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Il magnate tirolese Renè Benko

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Benko, magnate austriaco con richieste di cattura da mezza Europa. L’inchiesta potrebbe allargarsi ulteriormente


La dolce vita del tycoon Renè Benko subisce una battuta d’arresto. Il magnate tirolese, 47 anni, è finito in manette su ordine delle autorità austriache nella sua villa ad Innsbruck dopo il mega-crac del gruppo Signa: è accusato di associazione a delinquere. Benko è considerato uno degli imprenditori più influenti d’Europa. Con un patrimonio personale stimato in 5,9 miliardi di euro nel 2022, era il quinto uomo più ricco d’Austria. Tuttavia, la sua holding Signa, che controllava colossi come i grandi magazzini Galeria e il prestigioso KaDeWe in Germania, è collassata sotto un debito di oltre 2,4 miliardi di euro. La crisi economica e l’aumento del costo della vita hanno accelerato il tracollo, portando alla dichiarazione di insolvenza e all’intervento dei curatori fallimentari. Nonostante il tracollo finanziario, Benko ha mantenuto uno stile di vita di tutto rispetto. Lo scorso anno è stato fotografato al volante di un motoscafo blu sul lago di Garda, malgrado il mezzo fosse sotto sequestro a seguito della dichiarazione di insolvenza. La villa sul lago di Garda, Villa Ansaldi, era affittata dalla società Benko Landgraf SA alla stessa Signa Holding per 20mila euro al mese, un ulteriore esempio dell’intreccio di interessi e patrimoni ora sotto la lente dei detective. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe continuato a tirare le fila in segreto anche dopo essersi ufficialmente ritirato dalla gestione del gruppo e delle sue fondazioni.

LA PRESSIONE DELLE AUTORITÀ

Ma la pressione delle autorità è aumentata nel corso dell’ultimo anno, con perquisizioni e indagini che hanno alla fine portato all’ordine di arresto. Lo scorso dicembre la procura generale di Trento aveva chiesto il suo arresto, ma le autorità austriache avevano rifiutato tale provvedimento visto che il magnate è cittadino austriaco. Benko era finito nel mirino delle autorità italiane con l’accusa di associazione a delinquere. Sul territorio austriaco invece le accuse, secondo quando riportato da varie testate giornalistiche tirolesi, si sono concentrate sul crollo finanziario del gruppo Signa, un impero immobiliare costruito da Benko con una struttura societaria estremamente intricata: i debiti accumulati negli anni hanno reso inevitabile quello che da molti viene già considerato il più grande fallimento economico mai registrato nel Paese. L’imprenditore austriaco aveva costruito un ampio portafoglio che includeva i grandi magazzini tedeschi KaDeWe e Galeria. L’aumento dei tassi di interesse, dei prezzi dell’energia e dei costi di costruzione ha portato al crollo della complessa struttura aziendale. Secondo l’amministratore fallimentare, le richieste di risarcimento nei confronti di Benko ammontano a circa 2,4 miliardi di euro.

LE ACCUSE A BENKO


Benko è stato arrestato su ordine della Procura anti-corruzione di Vienna, tra l’altro anche per il sospetto di aver ‘deviato’ parte della massa fallimentare. Avrebbe falsificato una fattura e tentato di nascondere i beni. In questo modo, avrebbe tentato di “eludere l’accesso delle autorità, dei fiduciari e dei creditori”. Secondo gli inquirenti Benko era “il proprietario effettivo” della Fondazione privata Laura, anche se lo aveva nascosto nell’ambito della sua insolvenza personale.
Avrebbe quindi occultato dei beni secondo intense indagini condotte negli ultimi mesi dalla Wksta “con intercettazioni telefonica, analisi di intelligence e dichiarazioni di partner commerciali, dirigenti e dipendenti”. Secondo la stampa austriaca, la Fondazione privata Laura, gestita formalmente dalla madre dell’imprenditore, pagava un affitto mensile di 238.500 euro per la villa, nella quale però viveva tuttora il figlio.

BENKO, LE INDAGINI IN AUSTRIA

In Austria sono in corso diversi procedimenti con vari filoni contro il miliardario 47enne. L’ultimo riguarda il presunto “utilizzo a scopi personali” di oltre un milione di euro di fondi Covid per il suo albergo di lusso Chalet N a Lech am Arlberg.
La Wksta sta facendo luce sul ruolo nel mega-crac del suo impero Signa. In Germania, invece, si sono attivate già la scorsa primavera le Procure di Berlino e Monaco, tra l’altro per l’insolvenza del famoso e storico centro commerciale KaDeWe. Gli investigatori nel Liechtenstein stanno analizzando la rete di fondazioni del gruppo del tycoon e l’eventuale riciclaggio di denaro. In Italia, la Procura di Trento ha richiesto l’arresto di Benko lo scorso dicembre, accusandolo di far parte di un’associazione per delinquere che includeva il suo braccio destro Heinz Peter Hager.
Le accuse riguardano operazioni immobiliari sospette, turbativa d’asta e finanziamento illecito ai partiti. Secondo l’accusa, Benko avrebbe sfruttato la “significativa permeabilità dell’amministrazione” locale, soprattutto nelle province di Bolzano e Trento, per mettere le mani su appalti e speculazioni edilizie di grande portata. Tra le operazioni più controverse, il centro commerciale Waltherpark, il Gries Village e la riqualificazione della collina del Virgolo.

L’UDIENZA DI CONVALIDA

Intanto è prevista già oggi, venerdì 24 gennaio 2025, a Vienna l’udienza di convalida per René Benko. In un primo momento era stata ipotizzata l’udienza in videoconferenza. In caso di convalida Benko potrebbe essere trattenuto in custodia cautelare per 14 giorni. L’inchiesta promette di allargarsi ulteriormente, portando alla luce nuovi dettagli su uno dei più grandi scandali finanziari degli ultimi anni.


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