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Roberto Saviano a DiMartedì sul caso Lucano

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Duro scontro tra Giovanni Floris e Roberto Saviano in studio a DiMartedì sulla vicenda di Mimmo Lucano. Il conduttore del talk di La7 mostra allo scrittore una intercettazione in cui l’ex sindaco Pd di Riace consiglia a una immigrata nigeriana di sposare per finta un italiano, in modo tale da aggirare la legge e ottenere il permesso di soggiorno per restare in Italia. Di fatto, nero su bianco, uno degli escamotage che hanno portato alla creazione del “sistema Lucano”, un intreccio di accoglienza, propaganda e, secondo i giudici, ritorno personale in termini di voti per il sindaco, condannato a 13 anni di carcere. 

“Con il nuovo governo c’è Minniti, una brutta persona. Vi cacciano, vi mandano via. Devi fare come Stella, l’ho sposata io veloce veloce con Nazareno. Non è vero che si è sposata, ma per i documenti risulta così”. Floris è quasi brutale: “Così è crollato il sistema Lucano. Quella è la legge, noi la aggiriamo perché la nostra legge vale”. 

Saviano, grande sostenitore dell’ex sindaco, è in evidente difficoltà. “Quello è un matrimonio di solidarietà, lo rivendico”. Floris lo interrompe subito: “Ma andava rivendicato prima, non quando ti condannano. La disobbedienza civile è una cosa…”.

“Lo capisco – prosegue l’autore di Gomorra -, anzi tu vuoi farti condannare perché attraverso la condanna tu mostri l’ingiustizia della legge. Ma in questo caso Lucano preserva fino alla fine la comunità. Se denuncio tutto, finisce, diventa tutto il mio atto di disobbedienza”.

Floris si alza: “Vabbè ma non puoi tenere una comunità al di là della legge, una comunità che non si basa sulla legge non è una comunità”. Saviano prosegue imperterrito: “Io credo che al secondo grado Mimmo riuscirà a dimostrare che ha fatto tutto a fin di bene”. “Vabbè, rimedierà uno sconto ma il reato c’è”, aggiunge un sempre più sconcertato Floris.


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Stefano Mandarano

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