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Gli italiani, forse, non lo sanno. Gli inglesi ora sì. Almeno quelli che si sono collegati, o fortunatamente imbattuti, nel sito del “Guardian” che consiglia le vacanze, non quelle della classica tradizione delle “città d’arte”, ma piuttosto quella delle piste non battute dal turismo scatenato.
Ce ne sono di mète in questi viaggi del “nulla sarà come prima”, almeno per i viaggiatori ma non per i luoghi, che sempre belli sono stati. E tra questi, se compare “Urbino ventosa” con altre località naturali e non solo naturalistiche, ecco che gli inglesi hanno scoperto quel che noi ancora poco conosciamo, pur avendolo in quel giardino di casa che è il Belpaese, soprattutto al Sud (ma non facciamo i campanilisti: l’Italia è tutta bella, come sanno i cataloghi culturali, i siti dell’Unesco, gli atlanti di gastronomia, eccetera eccetera eccellendo).
Il luogo indicato dalla informatissima guida del “Guardian” è il Pollino. Descritto come il parco delle meraviglie naturali, boschi e cime rocciose, cavalli selvaggi (che per i sudditi di Sua Maestà sono sempre un tocco in più) e distese d’erba dove i cavalli stessi si nutriscono e pure l’animo dei visitatori, che lì si rasserena. Andateci, suggerisce il “Guardian” e non vi troverete fra quei milioni e milioni di britannici che frequentano località simili (ma quanto più fredde, in ogni senso) magari nel Lake District o in quel di Snowdon.
Lì, tra la Basilicata e la Calabria, suggeriscono questi documentati Ciceroni della buona vacanza, troverete cinque montagne oltre quota 2000, da scalare senza troppo equipaggio, come il Monte Pollino, che viene ricordato ha preso il nome da Apollo. Apollo vuol dire bellezza. Sappiate, dicono i redattori, che potreste camminare un giorno intero senza incontrare nessuno: nessuno di umano, s’intende, ma di sicuro quegli inglesi che seguiranno il suggerimento s’imbatteranno in quello scorcio di paesaggio, in quel sapore d’antico e incontaminato che non incontrano più nel loro frenetico vagare per metropoli o spiagge che non lasciano un metro al camminare né un centimetro all’abbronzarsi.
E poi i cruschi da gustare, la pasta fatta a mano, le mille cose che quel parco può offrire al turismo gastronomico che non pretende “fusion” o “nouvelle cuisine”, ma semplicemente bontà. Quel turismo che, se inglese e se lettore o navigante sul “Guardian”! adesso sa che c’è un luogo in più in Italia dal bollino blu: il Pollino verde con i suoi borghi, il suo sole, le sue giornate, la sua Basilicata, la sua Calabria, che sono anche le nostre, se solo ce lo ricordassimo sempre e non ce lo dovessero ricordare gli ex-europei, i britannici che la Brexit ha allontanato dall’Europa ma che posti come il Pollino tengono ancorati. Puoi uscire da Bruxelles, ma non dalle bellezze d’Italia.
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