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ROMA – Non prima della primavera-estate del 2021. E’ questo l’arco temporale plausibile entro il quale potrebbe arrivare un vaccino contro il nuovo coronavirus SarsCov2. Il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Nicola Magrini, invita alla prudenza pur sottolineando come al momento ci siano più vaccini promettenti, 5-6 in fase avanzata e anche l’Italia partecipa in diversi modi.
Cresce dunque l’attesa per i risultati delle sperimentazioni dei vaccini in corso.

Se i numeri del contagio sono in calo, la sconfitta definitiva del virus sarà infatti possibile solo con l’arrivo del vaccino.

Ma a questo proposito Magrini invita alla cautela: «A mio avviso – ha spiegato durante la conferenza stampa settimanale all’Istituto superiore di sanità sull’andamento della curva epidemica – il tempo ragionevole per pensare a un vaccino è primavera-estate prossima, non penso per settembre ci possa essere alcun vaccino disponibile, pur contando risultati molto buoni, come sembrano gli studi di fase 1. Speriamo l’anno prossimo e speriamo sia più d’uno e che le capacità di produzione siano adeguate». Riferendosi poi agli accordi in corso per la prelazione sui potenziali vaccini, Magrini ha sottolineato come ci siano «anche in Europa accordi, di cui l’Italia è parte, per avere accesso» ad un futuro vaccino. «Vedremo – ha aggiunto – se l’Italia concorrerà con un proprio vaccino originale»..

Intanto, va avanti la sperimentazione del candidato vaccino Gb-Italia, che vede impegnati lo Jenner Institute della Oxford University e l’azienda italiana Irbm. Dopo gli adulti, anche i bambini e gli anziani saranno arruolati nei test. I trial di fase I, partiti ad aprile, avevano coinvolto 1000 adulti sotto i 55 anni. Ora verranno arruolate altre 10.200 persone nelle fasce d’età comprese tra i 56 e 69 anni, over70enni e bambini tra i 5 e 12 anni.

Queste sperimentazioni serviranno a vedere gli effetti sul sistema immunitario del vaccino, che nelle scimmie sembra aver dato buoni risultati, dando protezione contro la Covid-19. Gli animali avevano infatti meno particelle del virus nei polmoni e nelle vie respiratorie, ma non è certo che gli stessi risultati si possano ottenere anche nell’essere umano.

Sempre sul fronte vaccini, una novità potrebbe arrivare dalla prossima circolare del ministero della Salute sulle vaccinazioni contro l’influenza stagionale: la raccomandazione per la vaccinazione potrebbe essere allargata a tutti i bambini da 0 a 6 anni, agli over-60 e agli operatori sanitari delle Rsa. La ragione di questo allargamento della platea è strettamente connessa all’emergenza Covid-19. La vaccinazione allargate consentirebbe infatti di ridurre di molto il numero di persone che potrebbero ammalarsi di influenza stagionale con sintomi iniziali simili alla Covid, evitando intasamenti nei Pronto soccorso.


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