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Amadeus

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ROMA – Dice il direttore di Raiuno Stefano Coletta, citando Eugenio Montale, che “a volte la vita coincide nel superamento delle difficoltà”. Se davvero è così, di vita al prossimo Festival di Sanremo ce ne sarà parecchia visto che gli ostacoli non sono mancati fin dal momento in cui se ne è iniziato a parlare e la strada che porterà alla 71° edizione della manifestazione continua a riempirsi di ostacoli.

Eppure, nonostante tutto questo, Amadeus prosegue dritto per la sua strada. Consapevole della situazione (“E’ un Sanremo difficile, è inutile che io dica il contrario”) ma, anche, del fatto che uno dei compiti di chi fa il suo mestiere è quello di “sorridere e regalare spensieratezza al pubblico, come è accaduto nella notte di Capodanno”.

Proseguono, dunque, i preparativi per le cinque serate che, come sappiamo, si svolgeranno al teatro Ariston senza pubblico ma con tanta musica e una buona dose di ospiti: “Mi piace ricordare quello che è accaduto l’anno scorso, ho nostalgia di quegli assembramenti che erano la normalità – dice Amadeus – Ora, però, sono concentrato sul prossimo Festival con l’obiettivo di renderlo unico e con la speranza che si torni presto alla normalità. E con il proposito di creare nell’Ariston uno spettacolo degno dei Sanremo degli ultimi settant’anni che sia pur sempre il Festival di una pur piccola rinascita”.

Un Festival in cui “tutti coloro che saranno sul palco diventeranno fondamentali per regalare gioia al pubblico”.

Primo, fra tutti, Fiorello che il conduttore definisce “il più grande showman e mio grande amico da trentacinque anni. So felice di tornare a Sanremo con lui, illumina tutto ciò che ha intorno, non riesco a immaginare un Festival senza di lui”.

Lo showman, naturalmente, ringrazia: “Grazie per avermi coinvolto, sono felicissimo di quello che andremo a fare. Ci divertiremo e faremo divertire, sarà un Festival pazzesco, bellissimo e avrà grande successo” dice, forse anche per fugare le voci che lo volevano il più preoccupato per la mancanza di pubblico in sala con cui interagire. A questo proposito aggiunge: “Sarebbe stato facilissimo non fare il Festival. Invece lo facciamo, è questo il sale della vita. Fai una battuta e cade nel vuoto? Chi se ne frega! Non è una difficoltà, è una cosa nuova che andiamo a sperimentare”.

In attesa che questo Festival “non della rinascita, come speravamo, ma della consapevolezza”, come lo definisce Coletta, prenda una forma definitiva (“Saltarlo a piè pari avrebbe significato allargare il senso di disorientamento della gente”) va registrata la posizione del sindaco di Sanremo Alberto Biancheri: “E’ un momento particolare anche per noi. Stiamo approntando un protocollo sanitario che sarà attivo fuori dall’Ariston. Non bisogna blindare la città, anche perchè abbiamo rinunciato a tutte le attività collaterali, ma monitorarla con molta attenzione”.

In collaborazione con Italpress


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