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Rossana Rossanda

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ROMA – È morta nella notte a Roma la giornalista Rossana Rossanda.

Aveva 96 anni. Lo annuncia sul suo sito web il quotidiano Il Manifesto, che aggiunge: «Ricorderemo la nostra fondatrice sul giornale in edicola martedì».

Partecipò giovanissima alla Resistenza e, al termine della Seconda Guerra Mondiale, s’iscrisse al Partito Comunista Italiano. In breve tempo venne nominata da Palmiro Togliatti responsabile della politica culturale del PCI. Nel 1963 venne eletta per la prima volta alla Camera dei deputati.

Esponente di spicco dell’ala di sinistra interna maggiormente movimentista del PCI, era fortemente critica nei confronti del socialismo reale dell’Unione Sovietica e dei paesi del Blocco Orientale.

Assieme ai compagni della corrente ingraiana Luigi Pintor, Valentino Parlato e Lucio Magri contribuì alla nascita del giornale Il Manifesto, da cui prese forma anche una distinta corrente critica nel firmamento politico del PCI. Rossanda venne poi radiata dal partito insieme con la sua corrente – e nonostante il parere contrario del futuro segretario nazionale Enrico Berlinguer – durante il XII Congresso nazionale del Partito a Bologna nel 1969.

«Addio alla ragazza del secolo scorso che ci ha insegnato il valore del dissenso e del pensiero critico. Ci lascia una grande eredità: che cultura e politica non possono essere mai disgiunti, che libertà individuale, giustizia sociale e uguaglianza avanzano insieme, e che per questi ideali vale la pena spendere una vita», scrive su Facebook il segretario del Pd Nicola Zingaretti.


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