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Jeff Bezos e il logo di Amazon

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OTTO miliardi e mezzo di dollari sul piatto e Amazon si è assicurata gli storici studios Metro Goldwin Mayer (Mgm) che porteranno in dote a Prime Video 4mila e 100 film, oltre 10mila e 400 episodi di serie tv per un totale di 208 premi Oscar incamerati dalla casa di produzione in quasi un secolo di onorata attività (è stata fondata nel 1924).

L’affare si è chiuso con l’ok dell’Antitrust europea ma senza il via libera della Commissione federale per il commercio Usa (Fts) che ha fatto decorrere i termini entro cui avrebbe potuto opporsi. Decisione, quest’ultima, adottata dopo che la presidente di Fts, Lina Khan (contraria al deal), ha preso atto dell’impossibilità di superare le divisioni interne alla commissione. Con grande disappunto, visto che Khan già in passato aveva espresso preoccupazioni per lo strapotere economico dei colossi tecnologici, nei confronti dei quali (in particolare di Amazon) l’Antistrust Usa – ha sostenuto – avrebbe sostanzialmente fallito. Fts, ha assicurato, continuerà a indagare riservandosi l’opzione di un possibile ricorso legale laddove ravvisasse dei profili contrari all’ordinamento. Ma un ribaltone (che costringa Amazon a cedere in tutto o in parte Mgm) sembra piuttosto improbabile.

Ne esce vincitore, ovviamente, Jeff Bezos che, oltre a potenziare l’offerta di Prime, assicurerà nuova linfa a Mgm, la quale dal 2020 aveva affidato le proprie sorti (in ottica vendita) ad advisor del calibro di Morgan Stanley e LionTree Advisors. Leo the Lion – il leone (anzi i leoni, ne furono addestrati sei) che presenta i film targati Mgm – insomma non è destinato a estinguersi. Al contrario contribuirà a far crescere ulteriormente Prime Video. Che oggi può contare “solo” su 150 milioni di possibili utenti, ovvero abbonati al servizio Prime di Amazon che, in quanto tali, hanno accesso anche ai contenuti streaming della piattaforma. Di conseguenza il numero di reali fruitori di Prime Video non può che essere desunto per approssimazione. Ma che in ogni caso è inferiore alle 200 milioni di sottoscrizioni di Netflix.

Secondo Mike Hopkins, vicepresidente di Prime Video e Amazon Studios, «Il vero valore di questo accordo è il tesoro del catalogo che immaginiamo di ricreare e sviluppare con il talentuoso team di Mgm». Chris Brearton, Chief operating officer di Mgm, ha aggiunto: «Siamo entusiasti che Mgm, con i suoi marchi iconici, i suoi film leggendari e il suo incredibile team si unisca alla famiglia di Prime Video. Mgm ha creato alcuni dei film e delle serie tv più famosi e acclamati dalla critica del secolo scorso. Non vediamo l’ora di continuare questa tradizione mentre ci dirigiamo verso il prossimo capitolo, unendoci al gruppo di Prime Video e Amazon Studios per fornire al pubblico il meglio dell’intrattenimento per gli anni a venire».

Tantissimi i titoli di cui Amazon potrà disporre, fra cui spiccano i franchise di Rocky (compresi gli spinoff Creed), 007, Tomb Raider, Poltergeist e Robocop e film di grande richiamo come Toro scatenato, Basic Instinct, Il silenzio degli innocenti, Stargate e Thelma & Louise e classici come Ben Hur, Cantando sotto la pioggia, 2001 Odissea nello spazio, Il Mago di Oz e Il dottor Zivago. Tra le fiction Mgm ci sono poi prodotti di successo come Vikings e Fargo. Occhio, poi, alla saga de Il Signore degli anelli che consegnerà ad Amazon il monopolio sull’universo tolkeniano in vista dell’uscita (a settembre) de Il Signore degli anelli: gli anelli del potere la serie prequel prodotta proprio da Prime Video alla cifra record di 450 milioni di dollari. La produzione della serie è cominciata nel 2020 e Amazon ha già annunciato che la storia verrà sviluppata in più stagioni. L’accordo firmato dal colosso dello streaming, che nel 2017 ha strappato i diritti sull’opera di Tolkien alla concorrenza di Netflix grazie a un’offerta di 250 milioni di dollari, comprende un impegno per cinque season, ma Amazon al momento ha confermato solo le prime due.

Operazione simile a quella con cui nel 2012 Disney – grazie all’acquisizione della Lucasfilm – si è assicurata i diritti su Star Wars, avviando una vasta produzione tra film – al momento gli Episodi VII, VIII e IX della saga originale e due spinoff – e serie tv, da quelle animate come Bad Batch a quelle in live action come TheMandalorian, The book of Boba Fett e l’attesissima Obi Wan Kenobi. Schema che Prime potrebbe ripetere, attingendo a piene mani dall’opera di Tolkien, non sterminata come quella di Guerre Stellari, ma ricca di storie e aspetti da approfondire, sfruttando le ultime tecnologie appannaggio dell’industria cinematografica.


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