Laura Delli Colli
1 minuto per la letturaSolidarietà a Laura Delli Colli. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri nei giorni scorsi l’ha sfiduciata durante un’intervista, annunciando il suo successore Gian Luca Farinelli alla presidenza della Fondazione Cinema per Roma. Il sindaco ha dichiarato che «con questa nomina finalmente la Capitale tornerà ad avere un ruolo importante nel panorama culturale e Roma verrà rilanciata come città del cinema a livello internazionale».
Le parole sono importanti, diceva qualcuno che il cinema lo ama, lo conosce e lo sa fare, Nanni Moretti. Con quelle parole il neosindaco ha lasciato intendere, neanche troppo velatamente, che Laura Delli Colli in tutti questi anni non sia stata all’altezza del suo mandato. Cosa che, di fatto, non è vera.
Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna, è sicuramente un ottimo profilo ma Delli Colli non ha certo demeritato. La Festa di Roma è stata un evento pop alla sua maniera, rispettando la naturale vocazione di farsi portavoce del cinema al pubblico, decentralizzando l’appuntamento, solitamente appannaggio di una minoranza culturale, dall’Auditorium Parco della Musica portandolo anche in periferia, tra la gente. Senza rinunciare, in collaborazione con il suo direttore artistico Antonio Monda (anche lui uscente), a una moltitudine di star internazionali e avvicinando gli spettatori al grande schermo – anche in questi anni difficilissimi di pandemia – raccogliendo l’interesse del pubblico e degli addetti ai lavori di tutto il mondo.
Un gesto davvero poco elegante, quello del sindaco, che ha spodestato per interposta persona una professionista che, al cinema, sta dedicando non solo una carriera ma una vita intera (si guardi il suo impegno ultraventennale alla guida del Sindacato Giornalisti Cinematografici Italiani, l’ente che consegna il prestigioso Nastro d’Argento).
Ma sopratutto, caro sindaco, non ci si rivolge così ad una donna. Nemmeno se l’8 marzo è scaduto da due giorni.
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