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Il cast del film “Doctor Strange nel Multiverso della Follia” al cinema nel 2022

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Spider-Man No Way Home non è solo il titolo del momento (il terzo miglior lancio della storia del cinema, arrivato a 20 milioni di euro in Italia e oltre ad un miliardo di dollari nel mondo).

È un’opera di svolta. Al cinema, da Iron Man di Jon Favreau (del 2008) ad Avengers: Endgame dei fratelli Russo (del 2019, con i suoi 3 miliardi circa di dollari incassati), il percorso è culminato con il trionfo dell’MCU, ovvero il Marvel Cinematic Universe, primo universo condiviso che collega diversi film con una trama comune proprio come nei fumetti.

Con Spider-Man No Way Home di Jon Watts l’idea si è allargata a dismisura arrivando al Marvel Cinematic Multiverse, un universo sì condiviso ma capace di legare film senza nessuna trama in comune, ma con una forte coerenza interna.

Un’idea “bigger than life”, qualcosa di così colossale che fino a pochi anni fa poteva sembrare addirittura irrealizzabile al cinema, e non rinuncia ad avere un fortissimo legame emotivo con il suo pubblico ma che, sopra ogni cosa e considerazione, sta lentamente riportando il cinema ad essere ciò che era una volta, ovvero un rito collettivo, qualcosa da aspettare e consumare insieme ad altri.

Ad ogni buon conto, Spider-Man No Way Home è purissimo intrattenimento, intelligente e mai banale, nei suoi 158 minuti straripanti di elementi tutti perfettamente al loro posto, ingranaggio spietato che affascina fin dalle prime immagini, ricollegandosi direttamente al film precedente (Spider-Man Far From Home, 2019) ma che poi parte a razzo in un avventura che parla di tragedia, morte e responsabilità in maniera matura e senza neanche una sbavatura di sceneggiatura.

Se nel 2019, dopo la forza dirompente di Endgame (film che concludeva, come detto sopra, una trama iniziata addirittura undici anni prima con Iron Man), nessuno pensava che fosse possibile ripetere un evento del genere, No Way Home è qui in sala a confermarlo.

E che non si pensi che il film sia un punto d’arrivo: se Endgame non lo era ed era anzi un punto e a capo, questo terzo Spider-Man è solo un tassello del puzzle che proseguirà a maggio 2022 con Doctor Strange: In The Mutliverse of Madness (nella trama, la prima eroina apertamente LGBT, America Chavez), mentre sono tutti già al lavoro sul plot del prossimo film dedicato all’Uomo Ragno. Ma non si parla solo di cinema.

Dopo vari e fallimentari tentativi di altri, Kevin Feige, Presidente dei Marvel Studios, si è introdotto anche nel piccolo schermo e nel 2020, in piena pandemia, ha iniziato la produzione di diversi serial, destinati ad essere disponibili sulla piattaforma streaming Disney Plus, la cui trama pur se perfettamente fruibile in sé riprende e continua la macrotrama che viene intessuta dai film su grande schermo, formando un enorme affresco multimediale vertiginoso e affascinante.

Se tra novembre e dicembre le sei puntate di Hawkeye (anche qui, collegandosi ai serial Marvel di qualche anno fa prodotti da Netflix) hanno polarizzato l’attenzione, con il nuovo anno è attesissima Moon Knight, dedicata ad uno dei personaggi più oscuri della casa editrice: creato nel 1975 da Dough Moench ai testi e Don Perlin ai disegni sul numero 32 di Werewolf by Night, il cavaliere lunare ha ben quattro identità segrete, perché soffre di disturbo della personalità multipla, accompagnato da un disturbo post traumatico da stress.

Nonostante la sua origine risalga agli anni 70, solo nel 2014, con la sesta serie edita dalla Marvel, gli scrittori Warren Ellis prima e Brian Wood poi, sono riusciti a dare una versione completa e definitiva dell’antieroe, approfondendone la psicologia e gli aspetti più malati. Sarà infatti probabilmente la loro versione quella che i Marvel Studios useranno per la televisione in quella che si preannuncia come una serie particolarmente oscura, con Oscar Isaac nei panni di Moon Knight.

Sempre nel 2022 sarà la volta della serie She-Hulk: alter ego di Jennifer Walters, cugina di Bruce Banner aka Hulk che dopo una trasfusione diventerà anche lei una gigantessa di giada, creata nel 1980 da Stan Lee e John Buscema, avrà a disposizione delle puntate nelle quali romperà la quarta parete rivolgendosi direttamente al pubblico, caratteristica propria del personaggio.

A luglio si torna al cinema con il quarto film dedicato al dio del tuono Thor: Love & Thunder. In cabina di regia, sempre il Taika Waititi autore del precedente Thor:Ragnarok che, pare, rileggerà la run a fumetti di Jason Aaron nella quale ad impugnare il martello è stata Jane Foster, tramutatasi in Lady Thor. Sempre in estate, però in tv, ci saranno la seconda stagione di What If…? – serie animata con le versioni alternative dei personaggi e delle storie più conosciute – e Ms. Marvel, al secolo Kamala Khan. Nella corrispettiva serie a fumetti, Kamala è un’adolescente pakistana di New York che, dopo l’esposizione alle Nebbie Terrigene scopre di avere dei poteri incredibili: l’adattamento cambierà lievemente la sua origin story, ma è certo che Ms. Marvel contribuirà, come altre volte in passato, al percorso di apertura culturale tipico della Marvel.

A novembre torna Black Panther. Orfano del suo protagonista, il compianto Chadwick Boseman, il film pare unirà le foreste del Wakanda con gli abissi marini perché farà la prima apparizione su grande schermo Namor il Sub-Mariner, uno dei primi amatissimi eroi della Marvel quando, nel 1939, si chiamava ancora Timely Comics. A vestire i panni della pantera nera dovrebbe esserci la sorella del personaggio T’Challa, ovvero Shuri.

Senza data (2022, prevedibilmente dopo l’autunno) è invece il debutto dell’attesissima serie Secret Invasion. Se tra i protagonisti ci saranno Samuel L. Jackson, Emilia Clarke – forse Spider Woman – e il premio Oscar Olivia Colman, la storia ricalca la miniserie a fumetti omonima scritta da Brian M. Bendis e disegnata da Leinil Francis Yu: i supereroi scoprono che da diversi anni molti di loro, senza che nessuno scoprisse nulla, sono stati sostituiti da Skrull, alieni muta forma che possono assumere le sembianze di chiunque.

Sappiamo già (per averlo visto nel citato Spider-Man Far From Home) che il Nick Fury che attualmente gira per i film Marvel – interpretato proprio da Jackson – è in realtà Talos, uno Skrull sotto copertura. Chi saranno gli altri infiltrati?

Il 2023 si aprirà al cinema con il terzo capitolo dedicato ai Guardiani della Galassia, diretto da James Gunn; mentre sembra che in tv vedremo il serial dedicato ad Echo, eroina non udente che ha esordito in questi giorni in Hawkeye.

Sempre sul versante serie, arriverà Iron Heart, sei episodi con le avventure di Riri Williams, giovane afroamericana che indosserà l’armatura di Iron Man (come nei fumetti, dove in un periodo in cui Tony Stark era scomparso, a portare il nome del vendicatore dorato era proprio la ragazza); la seconda stagione di Loki; la serie animata Spider-Man: Freshman Year.

Ma a fare la parte del leone saranno probabilmente Ant-Man & The Wasp: Quantumania, il terzo capitolo delle avventure dell’uomo formica nel quale farà il suo ingresso trionfale Kang, villain a spasso nel tempo e tra le dimensioni le cui origini abbiamo visto nell’ultimo episodio della prima serie dedicata al dio dell’inganno Loki; e X-Men ‘97, sequel di uno dei cartoni animati seriali dedicati ai supereroi meglio scritti della storia, ovvero Insuperabili X-Men, che divenne un instant cult dal 1992 al 1997, anni nei quali andarono in onda su Fox Kids le cinque stagioni dedicate ai mutanti più famosi del mondo. Che sia proprio questo il primo passo per l’attesissimo ingresso del gruppo nel Marvel Cinematic Universe?


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Francesco Ridolfi

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