Vincenzo Salemme
3 minuti per la letturaÈ fatto con tutto il cuore e si vede. Il nuovo film di e con Vincenzo Salemme, da oggi al cinema con Medusa, non a caso si intitola proprio Con Tutto il Cuore, è esilarante, ma con una vena malinconica che guarda ad una certa umanità un po’ povera di valori.
Tratto dall’omonima commedia teatrale del 2018 dello stesso Salemme, Con Tutto il Cuore potrebbe sembrare un po’ la prosecuzione del suo precedente film, Una Festa Esagerata (2018), soprattutto per quanto riguarda i protagonisti delle due storie, ma questo, nella sua pregevole semplicità, ha uno sviluppo comico e narrativo ancora più gradevole e divertente.
Il film racconta la singolare storia di Ottavio Camaldoli (Vincenzo Salemme), un brav’uomo, professore di latino e greco, a cui viene, per errore, trapiantato il cuore di un delinquente efferato soprannominato “‘O Barbiere”. La spietata madre del Barbiere, donna Carmela (Cristina Donadio), è convinta che suo figlio, assassinato da altri delinquenti, viva ancora nel corpo di Ottavio e intende obbligare quest’ultimo a vendicare la perdita da lei subita.
“Mi affascina molto il tema del trapianto – ha detto Vincenzo Salemme in conferenza stampa -, è come se si trasferisse un patrimonio spirituale e genetico da una persona all’altra. Naturalmente si tratta di una credenza, una cosa che appartiene solo alla mitologia o alla letteratura, ma mi affascina l’idea che la persona trapiantata in qualche modo cambi”.
La storia poi nutre tutta una serie di situazioni brillanti in cui il cast, da Maurizio Casagrande ad Antonio Guerriero, Vincenzo Borrino e Serena Autieri, offre la spalla a trovate ed equivoci gustosi, che si susseguono con un ottimo stile comico napoletano, e riesce persino a reinventare i classici stereotipi del genere. “La napoletanità è complicatissima – ha spiegato un simpaticissimo Salemme in gran forma -! Essere napoletani significa una enorme quantità di cose, a cui vengono riferiti troppo spesso una serie di cliché che non corrispondono alla normalità di un napoletano”.
Non a caso, un po’ provocatoriamente, lo spettacolo teatrale che Salemme realizzerà prossimamente si intitolerà proprio Napoletano? E famme ‘na pizza e nasce dal suo omonimo libro. A ben vedere, dietro all’ilarità del film, si percepisce una velata malinconia: “Credo che il mio personaggio – ha detto Salemme – sia un po’ rappresentativo di tutte quelle persone comuni, quelle a cui apparteniamo noi, quelle che non hanno voce, ma che vivono normalmente, che rispettano le leggi e che spesso sono definite genericamente con un’etichetta. Non siamo più persone”.
L’Ottavio Camaldoli protagonista del film ha qualcosa di pirandelliano, è una persona di cultura, dai valori consolidati, che crede nelle virtù umane, ma è visto dagli altri personaggi un po’ come un fesso, e il regista aggiunge: “Lui combatte una mentalità utilitaristica e in qualche modo anche io. La bontà non ha utilità, se non quella della soddisfazione personale; la cattiveria invece ha un’utilità, che può essere l’ambizione, il potere, il guadagno. Oggi il mondo sta diventando sempre più utilitaristico: si fa ciò che serve, ciò che porta un guadagno. A cosa serve la bellezza? A niente! Ma ti dà la possibilità di cambiare punto di vista. Ottavio Calmaldoli è colui che non vuole arrendersi all’utilità e alla convenienza”.
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