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Il regista Pupi Avati

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Il regista Pupi Avati, la giornalista e presidente dei Nastri d’Argento Laura Delli Colli, la presidente dell’Accademia del Cinema Italiano Piera Detassis e il presidente dei critici cinematografici Franco Montini sono intervenuti, nei giorni scorsi, in un meeting online organizzato da AFIC, l’Associazione Festival italiani di cinema dibattendo sul futuro dei festival (in presenza e ibridi) e sul destino della sala, tra disaffezione e rinnovato interesse.

Per quanto riguarda il destino delle sale cinematografiche, almeno secondo il giudizio di alcuni addetti ai lavori, è un futuro tra luci ed ombre, ma con sicuri cambiamenti radicali. “Questa lunga assenza dalla sala ha aumentato la disabitudine della gente, non creando troppa nostalgia del cinema che arriva nelle nostre case grazie alla tv”, dice Pupi Avati.

“C’è così un’offerta aumentata: mia moglie vede ormai tre film al giorno, mentre prima andavamo al cinema al massimo una volta a settimana. Per noi autori – continua il regista – comunque è la sala a comandare. C’è, insomma, la sacralità della sala, ma anche io ho il timore che molti cinema non apriranno”. Dello stesso parere Franco Montini, presidente del Sindacato Critici Cinematografici: “Ci si sta abituando all’assenza della sala e, più passa il tempo, più questa abitudine si consolida, cosa che fa davvero paura”.

Più fiducia invece sul futuro delle sale cinematografiche da parte di Laura Delli Colli, presidente del Sindacato Giornalisti Cinematografici e della Fondazione Cinema per Roma: “Certo ci sarà una selezione nelle sale anche solo per i costi sanitari da sostenere per le bonifiche, ma vivranno sicuramente le multisale, perfette per il pubblico dei blockbuster, e potrebbero essere vincenti le sale di quartiere, quelle dove si va a piedi. A sopravvivere saranno strutture con valore aggiunto come l’Anteo di Milano”.

Sottolinea, sempre la Delli Colli, sia la perfetta sinergia tra esercenti e alcune piattaforme come nel caso di MioCinema, sia il rilancio dei cineclub anche grazie alle piattaforme “che abbinano al film presentazioni con gli autori”. Infine, da Piera Detassis, presidente dei David di Donatello, l’augurio della convivenza di piattaforme e sale: “Ma queste ultime dovranno essere specializzate, sale multifunzionali dove si potrà mangiare, fare musica, e, se possibile, con gli stessi autori in sala.

Ovviamente il film dovrebbe avere finestre di sfruttamento più corte, cioè la distanza temporale tra uscita in sala e utilizzo commerciale. Le sale probabilmente vivranno gli estremi: quelle dedicate ai blockbuster e quelle per il cinema indipendente, di qualità”. Quello di Pupi Avati è ora un vero e proprio appello. Venerdì, all’indomani della conferenza stampa del Presidente del Consiglio, ha ribadito alle agenzie di stampa: “Chiediamo a Mario Draghi che riapra le sale il prima possibile, perché ormai è forte in tutti la preoccupazione che si crei una disabitudine ad andare al cinema”.


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