La casa del Fulham Football Club, il Craven Cottage
3 minuti per la letturaNon c’è il sole delle spiagge nostrane nei pressi del Bishops Park, sulle rive del Tamigi. Piuttosto, regna la foschia tipica di Londra. Eppure anche da quelle parti attecchisce il talento italiano. Dal 1896 sorge la casa del Fulham Football Club, il Craven Cottage. Lo stadio, un gioiellino che mantiene una fine architettura, è oggetto di un robusto restauro voluto dal magnate americano-pachistano Shahid Khan, proprietario della squadra londinese che oggi milita in serie cadetta.
L’idea è quella di apportare un ammodernamento della struttura e delle sue funzioni. Il nuovo stadio si chiamerà Fulham Pier e sarà pronto entro l’estate 2021. Coinvolti in questa operazione di rinascita – con ruoli diversi – anche due italiani: Angelo Giannuzzi, 31 anni, originario di Aiello Calabro ma cresciuto in Sardegna, e Alberto Orru, 49enne sardo di Villaurbana. I loro destini si sono incrociati con quelli della squadra di Khan in modo inaspettato, come spesso avviene nella vita.
Giannuzzi, racconta lui stesso al Quotidiano del Sud, ha conosciuto il CEO del Fulham, Alistair Mackintosh, durante un soggiorno estivo di quest’ultimo al Forte Village, la nota struttura in Sardegna di cui papà Lorenzo Giannuzzi è amministratore delegato e laddove Angelo si occupava di gestire gli impianti sportivi. Mackintosh fu colpito dall’efficienza di questo giovane. «Mi chiese di incontrarci a Londra. Dentro di me pensavo che si sarebbe dimenticato in fretta. Invece tre mesi dopo mi invitò a vedere una partita e mi offrì questo prestigioso ruolo ai vertici della società».
Il ruolo – per dirlo in inglese – è di Project Development Officer. Ed è quello che ricopre oggi Angelo. Si sta occupando in prima persona dell’ambizioso progetto del nuovo stadio, affidato a Populous, lo stesso importante studio che ha realizzato l’avveniristica casa del Tottenham, sempre a Londra, e che è tra i pretendenti a mettere mano al nuovo San Siro. L’investimento è di 150milioni di sterline solo per la costruzione della scocca esterna. «Sarà un luogo aperto 365 giorni l’anno – spiega Angelo – con diverse attrazioni. Ma la gente si aspetta ancora di più, e allora pensiamo anche agli eventi su una spettacolare terrazza con vista Tamigi».
E qui entra in gioco l’altro italiano: il sardo doc Alberto Orru, immobiliarista da tredici anni trapiantato a Londra, che per conto del Fulham deve trovare inquilini del nuovo stadio. «Tratto con molti clienti nel mondo dell’ospitalità che potrebbero essere interessati a prendere degli spazi», racconta al Quotidiano del Sud. Il taglio è quello del lusso e gli spazi disponibili sono un albergo, una palestra per la scherma, una palestra generalista, una spa, due ristoranti e sei street food.
«L’idea è quella di creare una piccola cittadina frequentata assiduamente dagli abitanti della zona, ma anche dagli altri londinesi e dai turisti». Mentre ci sentiamo al telefono, l’orologio scandisce i minuti che ci separano dalla Brexit. «Registriamo più richieste di immobili da qualche tempo a questa parte – spiega Orru –, del resto il mercato preferisce situazioni stabili e questo epilogo, finalmente, dopo tre anni di tira e molla è un buon segnale».
Ma un segnale ancora più positivo, per il cuore di questi due italiani, sarebbe vedere realizzato un progetto simile a quello del Fulham Pier a Cagliari. «Il modello di stadio polifunzionale, aperto tutto l’anno e non solo i giorni delle partite, è trasferibile anche in Italia. Lo stadio Sant’Elia ha una posizione strategica, è vicino al mare. Oggi sto bene a Londra, ma la Sardegna è casa, non si sa mai», commenta sibillino Giannuzzi. E chissà che in futuro il Cagliari non pensi di affidarsi a loro. Esperti sì, ma soprattutto innamorati della loro terra.
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