Mario Draghi a Bari
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BARI – «È difficile star calmi, è un momento commovente. Vi sento bravi, vi so bravi e pronti. Grazie per questo calore». Con queste parole il presidente del Consiglio Mario Draghi ha esordito a Bari nel suo intervento all’interno della scuola davanti agli studenti dell’ITS Cuccovillo nel rione Japigia e alle autorità regionali, provinciali e cittadine.
Un intervento, quello del presidente del Consiglio, con al centro dell’attenzione il Sud, il Pnrr e i giovani, che Mario Draghi considera tre pilastri per la ripartenza dell’Italia.
Le risorse per il Sud
«Le risorse messe a disposizione per il Sud oggi non hanno precedenti nella storia recente. Dobbiamo spendere bene questi soldi, con onestà e rapidità. La responsabilità è del Governo, ma anche dei Comuni e degli altri enti territoriali. I ritardi nella spesa, che per troppo tempo hanno colpito il Mezzogiorno, sono un ostacolo alla vostra libertà e una tassa sul vostro futuro».
Il presidente del Consiglio Mario Draghi al mondo della scuola non ha dubbi sul ruolo che dovrà essere giocato nei prossimi mesi dal Mezzogiorno in chiave sviluppo e impiego dei fondi Pnrr e lo dice chiaramente e senza giri di parole durante il suo intervento all’ITS Cuccovillo nel rione Japigia di Bari.
IL VIDEO DELLA MANIFESTAZIONE A BARI
Bari, l’importanza dei giovani e della scuola secondo Mario Draghi
Rivolgendosi ai giovani ha rimarcato come «a voi spetta il compito di trasformare l’Italia. Il nostro compito è mettervi nelle condizioni di farlo al meglio. Il vostro è cominciare a immaginare il Paese in cui vorrete vivere. Preparatevi a costruirlo, con passione, determinazione e, perché no, un pizzico di incoscienza».
Ma il presidente del Consiglio ha voluto ribadire anche che «dopo anni in cui l’Italia si è spesso dimenticata delle sue ragazze e dei suoi ragazzi, sappiate che le vostre aspirazioni, le vostre attese, oggi sono al centro dell’azione del Governo».
Per Draghi «l’istruzione è alla base del percorso di crescita di qualsiasi giovane. Negli anni della scuola acquisite conoscenze che vi serviranno per negli anni a venire. Scoprite le vostre inclinazioni individuali, i vostri talenti. E vi preparate a partecipare pienamente alla vita del Paese. Investire nella scuola – ha ricordato – è quindi un dovere civile e un atto di giustizia sociale. Un sistema educativo che non funziona alimenta le diseguaglianze, ostacola la mobilità e priva l’Italia di cittadini capaci e consapevoli».
Per il Governo ora è prioritario «colmare i divari di genere. A oggi, solo il 28% dei diplomati ITS sono donne. Questo riflette un problema più ampio, che riguarda la presenza limitata delle ragazze e delle donne nelle materie tecnico-scientifiche. È nostro dovere abbattere i pregiudizi e gli ostacoli che ancora ostacolano il talento femminile. Una sfida che possiamo vincere solo se partiamo dalla scuola».
La promozione della Scuola e degli istituti tecnici e scientifici
A ciò si aggiunge anche l’esigenza di «incrementare il numero di iscritti ITS al Sud. L’istruzione tecnica all’avanguardia è essenziale per ridurre la disoccupazione giovanile, che nel Mezzogiorno è molto più alta della media italiana ed europea – ha aggiunto il premier -. Il processo di convergenza tra Nord e Sud è fermo da decenni. Investire negli ITS, e più in generale in istruzione, ricerca e trasferimento tecnologico può contribuire a farlo ripartire. E per riuscirci, dobbiamo copiare le esperienze virtuose, come quella del vostro istituto».
Il futuro passa dalla formazione delle nuove generazioni
Ma la corretta formazione dei giovani è fondamentale non solo per le singole identità ma è cruciale per il futuro «di tutti noi. Le società più prospere sono quelle che preparano meglio i loro giovani a gestire i cambiamenti. Oggi abbiamo davanti una trasformazione epocale. Le due transizioni, quella digitale e quella ambientale, richiedono un’ampia e ambiziosa programmazione, che deve coinvolgere anche il nostro sistema educativo».
Per il prossimo futuro «secondo alcune stime, l’Unione Europea dovrà investire circa 650 miliardi all’anno fino al 2030 per affrontarle. Dovremo costruire nuove infrastrutture, riconvertire il nostro tessuto industriale. E riallineare la domanda e l’offerta di competenze, soprattutto per le professioni ad elevata specializzazione. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il programma di investimenti e riforme che abbiamo concordato con la Commissione Europea, mette al centro voi e i vostri coetanei».
È per questo che «ho deciso di iniziare da qui un percorso che illustri il PNRR e che nelle prossime settimane coinvolgerà tutto il Governo. Investiamo circa 1 miliardo e mezzo di euro per dare ulteriore slancio agli ITS. E favorire l’inserimento degli studenti nel mondo del lavoro. Intendiamo formare nuovi docenti per percorsi di studio innovativi e potenziare le strutture, a partire dai laboratori che utilizzano tecnologie 4.0».
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