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HA risposto per ben tre ore, contestando le accuse anche davanti al Tribunale del riesame di Catanzaro che, al termine dell’udienza, si è riservato la decisione sulla richiesta di domiciliari che dovrebbe sciogliere nelle prossime ore.

Francesco Sabatino, il noto penalista di Vibo in carcere con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta di Dda e Carabinieri denominata “Maestrale 2”, oggi ha quindi reiterato la propria linea, supportato dai suoi legali di fiducia, gli avvocati Michelangelo Miceli, Francesco Calabrese e Sergio Rotundo i quali hanno depositato una corposa documentazione.

Nello specifico sei memorie con tanto di allegati, contestando tutti gli elementi di gravità indiziaria. Da parte sua, la Procura distrettuale nei giorni scorsi ha annunciato avviso di deposito di atti a sostegno della richiesta per introdurre, oltre alla ravvisata reiterazione del reato, così per come indicato nell’ordinanza del gip, a sostegno della nuova ravvisata esigenza di inquinamento probatorio.

Nell’ordinanza di custodia cautelare il gip scrive in questi termini del penalista: “Il quadro gravemente indiziario a carico di Sabatino Francesco si fonda sugli elementi ricavati dalle attività investigative. In particolare, dal compendio intercettivo deriva la dimostrazione – nei limiti dello standard probatorio richiesto in questa sede – di rapporti molto stretti di Sabatino con esponenti di numerose cosche mafiose con i quali interagiva in maniera molto colloquiale e confidenziale e soprattutto con modalità comunicative cospicuamente esorbitanti rispetto alle necessità derivanti dall’espletamento del mandato difensivo, divenendo il punto di riferimento per gli appartenenti alle cosche mafiose ogni volta in cui veniva percepito il pericolo di indagini”.

Secondo l’accusa della Dda di Catanzaro diversi esponenti dei clan vibonesi si sarebbero recati nello studio dell’avvocato, che altre volte si sarebbe invece recato lui nelle loro abitazioni o in alcuni luoghi di riunione, per “avere conoscenza di tutto ciò che potesse riguardarli sotto il profilo investigativo”.

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