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Cresce l’economia in Campania nel 2016, confermando il trend positivo del 2015. La crescita riflette l’espansione della domanda interna, legata soprattutto ai consumi, e di quella estera. Sono i dati sull’economia regionale diffusi, oggi a Napoli, dalla Banca d’Italia.
    L’aumento dell’occupazione ha inciso positivamente sui redditi delle famiglie e, di conseguenza, sui consumi. Dati rincuoranti anche per l’export, con un aumento non solo dei volumi dei prodotti esportati, ma anche dei Paesi da cui parte la domanda di prodotti campani. Resta, tuttavia, ancora il peso dell’eredità della crisi che fa segnale tassi di disoccupazione elevati, soprattutto giovanile e un’incidenza della povertà assoluta superiore al resto d’Italia. OCCUPAZIONE IN AUMENTO, MA RESTA EMERGENZA GIOVANI Nel 2016, l’occupazione in Campania ha fatto segnare un +3,8% rispetto all’anno precedente, con un tasso superiore al Mezzogiorno, che si attesta al +1,7%, e all’Italia 1,3%. Le assunzioni dei lavoratori dipendenti sono state 16mila, un dato che indica il proseguimento del processo di stabilizzazione dei rapporti di lavoro. Il 60% di chi perde il lavoro trova nuova occupazione nel giro di 3 anni. Il tasso di disoccupazione è pari al 20,4%, quella giovanile, anche se in diminuzione rispetto al 2015, si attesta al 49,9%, superiore alla media nazionale del 37,8%.
    AUMENTANO I CONSUMI DELLE FAMIGLIE Nel 2016 sono cresciuti dello 0,9% e, di pari passo, con un 6,1% in più, sono cresciuti anche gli acquisti di beni durevoli.
    L’incidenza delle famiglie in condizioni di povertà assoluta si è ridotta al 7,7%, ma è ancora al di sopra della media nazionale del 6,1%. In ripresa le transazioni immobiliari. I redditi disponibili per le famiglie sono aumentati del 2,7% a valori correnti; quelli da lavoro dipendente del 5,4% in termini reali.
    Nel biennio 2013-2014, il 20,8% della popolazione campana ha percepito un reddito equivalente inferiore al 60% di quello medio di altre regioni italiane.
    TASSE PIU’ ELEVATE RISPETTO ALLA MEDIA DELLE ALTRE REGIONI Nel 2016, le aliquote dei principali tributi locali erano le più elevate rispetto alla media delle regioni. L’Irap è stata apri al 4,98%; l’Irpef al 2.03%; l’RcAuto al 16%. L’aliquota media dell’addizionale comunale all’Irpef è stata del 5,4% a fronte del 5% delle altre regioni. Ad applicare questo tributo il 93% dei Comuni, poco al di sopra della percentuale dei comuni delle altre regioni del 91%. REDDITIVITA’ IMPRESE A LIVELLI PRE CRISI Il valore aggiunto dell’industria in senso stretto ha ripreso a crescere, interrompendo la contrazione degli anni precedenti. La crescita, però, non ha riguardato tutti i settori. Per esempio quello edile e delle costruzioni fa registrare un calo del proprio valore aggiunto. Sul fronte delle start up, sono 471 quelle presenti in Campania, a marzo 2017. La Campania è la quinta regione d’Italia per numero di start up.
    TURISMO LEVA DI CRESCITA PER LA CAMPANIA Quello internazionale, nel 2016, è cresciuto del 12,1%. Sono stati oltre 17milioni i turisti in Campania, con una percentuale sul totale italiano del 5,1%. A trarre vantaggio da tale flusso, il traffico internazionale aeroportuale di passeggeri aumentato del 10%. Anche il numero di visitatori dei siti culturali è cresciuto: sono stati 8 milioni, +14,3% a fronte del +7,2% del 2015. Gli introiti lordi sono pari a 41,7 milioni di euro, in aumento per il settimo anno consecutivo. PORTI,CRESCE TRAFFICO CONTAINER, A SALERNO CROCERISTI IN CALO L’attività portuale, con la movimentazione di merci e container, è aumentata nei proti di Napoli e Salerno. Quest’ultimo scalo marittimo, però, fa registrare un calo di croceristi che ha più che compensato la loro presenza nel porto di Napoli. MEGLIO L’EXPORT, ANCHE VERSO NUOVI PAESI Nel 2016 le esportazioni dalla Campania sono aumentate del 2,9% a prezzi correnti. Il contributo più altro arriva dal settore farmaceutico, al netto del quale, rispetto al passato e nonostante la crescita, l’export subisce un rallentamento, concentrato soprattutto nel settore agroalimentare. Infatti sono diminuite le esportazioni di pasta e conserve verso il Regno Unito: come è stato spiegato è una conseguenza di fattori di prezzo, non della Brexit. I dati dell’export, infatti, sono riferiti al 2016, primo e secondo semestre. Trattandosi di contratti di natura commerciale, al momento della scelta inglese di uscire dall’Europa, tali contratti erano già stati sottoscritti, prevedendo una riduzione di pasta e conserve.
    D’Altro canto, però, sono aumentate le vendite verso nuovi Paesi come la Libia e gli Stati Uniti.
    LA SPESA PUBBLICA LOCALE: PROFONDO ROSSO PER LE PARTECIPATE Nel triennio 2013-2015, la spesa primaria delle Amministrazioni pubbliche è aumentata leggermente: resta invariata quella corrente mentre aumenta dell’8,6% la spesa in conto capitale. Le Pa hanno fatto ampio ricorso a società partecipate e, in Campania, per buona parte a capitale interamente pubblico, hanno fatto registrare, tra il 2012 e il 2014 perdite diffuse e persistenti. Nel 76,8% dei casi, le partecipate sono ascrivibili ai Comuni. Durante il triennio 2012-2014, le partecipate di cui si dispone del bilancio hanno fatto registrare una perdita complessiva netta annua pari in media a 77 milioni di euro.

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