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SALERNO. Solo pari e sconfitte per i salentini, che avevano sempre dovuto rincorrere il risultato, nonostante prove all’insegna del bel gioco e dell’atteggiamento a viso aperto, che l’hanno condannata anche quando non meritava. Salerno era un banco di prova per valutare le ambizioni e per muovere la classifica che piangeva punti persi anche per alcune sviste arbitrali, le più clamorose nella domenica in cui il più titolato degli arbitri era a dirigere (Orsato ndr) il match che li vedeva opposti al Monza. Morale alto per l’atleta granata che più si è distinto nelle prime sei giornate di campionato, quel Mazzocchi, che ha stupito un po’ ovunque, ivi compreso l’allenatore della nazionale, che non ha esitato per aprirgli le porte in vista dei prossimi impegni di Nation League. Nonostante queste premesse, la pioggia che si è scatenata al termine della partita, non è riuscita a raffreddare l’istinto popolare che sembra essersi diviso sul destino dell’allenatore granata, e i pareri sul suo operato sono ampiamente discordi: da una parte c’è chi antepone la riconoscenza per ciò che ha “regalato” a città e tifosi, dall’altra chi rammenta che fatta eccezione per la vittoria con la Samp in questo campionato, l’altro successo, all’Arechi, risale al 5 maggio di quest’anno, avversario il Venezia, torneo 2021/2022.

Sono due tesi fortemente in contrasto, e la considerazione che la conquista della permanenza nella massima serie si decide con le gare disputate sul terreno amico, c’è da domandarsi se questa valutazione non fa pendere la bilancia sulla negatività delle prestazioni della compagine di Nicola a Salerno. Eppure il pubblico, la cui potenza e la cui spinta sono riconosciute da tutti gli appassionati di calcio, sempre in numero superiore ai quindicimila, svolge il suo compito incitando senza sosta la squadra, non ricevendo in cambio che la “pareggite” quando va bene, ma digerisce bocconi amari, partendo dallo 0-4 incassato dall’Udinese nell’ultima giornata del torneo scorso ( ah, quanti ringraziamenti al team lagunare per aver fermato il Cagliari, consentendo la salvezza matematica ai granata ndr), passando per la sconfitta con la Roma ( ci può stare per la differenza tecnica tra le due compagini ndr), soffermandosi sul ko imposto dal Lecce, che ha avuto l’effetto di iniziare a ragionare non sull’euforia dei cinque risultati utili consecutivi, ma sulla reale possibilità di vedere una squadra capace di far funzionare a dovere il fattore campo. Le risposte fornite dall’allenatore nel dopo gara hanno messo in evidenza, sia una fiducia illimitata nel gruppo, che un riconoscimento all’impostazione della gara, facendo ricadere su una stanchezza di alcuni elementi, e non al rilassamento post risultato esaltante allo Stadium contro la Juve.

Di contro, non ha espresso qualche perplessità sul centrocampo che mostra dei segnali di scarsa efficienza quando deve costruire, se non quando cerca, come le è capitato, in quasi tutte le partite casalinghe, di aggredire con velocità gli avversari, ma solo nei primi venti minuti: Coulibaly è l’elemento di spicco, ma quando gli si chiede di mettere a dura prova i polmoni, correndo ovunque, è gioco forza attendersi la poca lucidità per il resto della partita, mentre vi è la necessità di fornirgli adeguato supporto ( forse il rientro di Bohinen potrebbe sanare questo handicap ndr). Non è sembrato convinto delle dichiarazioni del trainer, almeno osservando il suo sguardo, il Direttore sportivo De Santis, che in sala stampa ha ascoltato attentamente le parole pronunciate da Nicola, e non è da escludere che stia monitorando con attenzione le mosse del tecnico, e non solo quelle, per non mandare al macero tutto il sapiente lavoro svolto in fase di calcio mercato.

Dubbi che nascono dalle difficoltà di vedere gioco, prescindendo dalle individualità ( Dia opportunista come pochi, Piatek attaccante di livello superiore, Coulibaly generoso e tecnicamente dotato ndr), e considerando anche che Bonazzoli e Botheim non gradiranno a lungo la permanenza in panca, utilizzati solo quando c’è da recuperare il risultato. La pausa giunge per rischiarare le idee al tecnico, ma con alcuni nazionali che saranno lontani da Salerno, non sarà lavoro semplice: è anche vero che le imprese difficili si addicono all’allenatore della Salernitana!

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