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SALERNO. Allegri lo possono essere i supporters granata dopo la prestazione incolore dei primi quarantacinque minuti dei bianconeri contro i transalpini al debutto in Champion’s, un po’ meno dopo aver apprezzato il carattere della Juve nella seconda frazione di gioco, in cui hanno rischiato, come era logico dopo lo svantaggio, ma che ha dato del filo da torcere ai più quotati avversari. Allegri, trainer dei pluri scudettati, ha già messo nel mirino la compagine allenata da Nicola, ideale sparring partner, secondo il livornese, per riagguantare quel morale indispensabile per avere la meglio sui portoghesi del Benfica, nel mercoledì successivo, avversaria cui sottrarre il secondo posto nel girone per agguantare gli ottavi: aver visto e studiato la Salernitana delle prime cinque giornate di campionato, non sarà calpestare un tappeto rosso, in discesa, per sbarazzarsi dei campani, orgogliosi, questi ultimi, del clima che si respira in città, del passo dopo passo che sta compiendo il gruppo, muovendo sistematicamente la classifica, a fronte di prestazioni che iniettano fiducia e convinzione, in netto contrasto con ciò che occorse nel torneo scorso.
Sarà un confronto che avrà nel centrocampo la zona che deciderà il prevalere dell’una o dell’altra, e mentre dalla sponda bianconera, ci sarà un necessario dosaggio delle forze, e la carenza di uomini(Pogba assente, Di Maria da utilizzare col contagocce ndr) al punto da poter utilizzare solo Paredes, Miretti e Locatelli, riservandosi qualche ritaglio di gara per McKennie, da parte granata lo stato di salute generale è invidiabile, mostrando qualche affanno solo con Candreva, e potendo giostrare, fidando sulla verve, a metà campo, con Coulibaly e Vilhena, in sintonia di movimenti, coadiuvati dallo stantuffo Mazzocchi, ritenuto dai critici, un aspirante alla nazionale. Partita, quindi, non segnata, assolutamente in discussione, il risultato, soprattutto se la Juventus dovesse subire un’aggressione iniziale, cosa già riuscita, alla Salernitana, nella gara interna contro la Sampdoria, ma non ribadita nella partita, avversario l’Empoli: attaccare e non concedere spazi al contropiede bianconero, che schiererà, quasi certamente, l’attacco a due, ritrovare quella compattezza difensiva, che ha lamentato un Fazio non al top, e l’ingresso di Daniliuc ( la sostituzione con Gyomber maturata per un infortunio dello slovacco ndr) potrebbe far intuire che sia l’uomo giusto per dare un po’ di respiro all’argentino.
Le pause della squadra non hanno rappresentato un segnale di stanchezza, ma di scarsa velocità nel far girare il pallone, e questa deficienza determinerebbe un harakiri nel match di domenica sera, interrompendo la serie positiva delle gare in trasferta, dove spicca il pari di Udine, ottenuto con una prova gagliarda, mai rinunciataria, confermando che l’allenatore non ha nel suo credo l’intenzione di fare catenaccio, anche negli scontri dove potrebbe prevalere la differenza di tasso tecnico: la tattica della “fisarmonica” con un undici che attacca e rincula alla stessa maniera, ha dimostrato che ripaga, quindi giocarsela senza timori reverenziali, rischiando anche qualcosa, non lascerà delusione nella tifoseria, ancora una volta decisa a supportare un’altra trasferta ( la più lunga di questo campionato, ben oltre i 900 km…ndr), lasciando, come riconosciuto da tutti, tifosi avversari in primis, traccia di un supporto fondamentale per i calciatori, incoraggiati da cori incessanti cantati sulla base di motivi di canzoni in voga. La positività regna tra tutti!
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