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«Stanziamo risorse rilevanti per aiutare le produzioni cinematografiche ma soprattutto la formazione di personale dedicato alle attività cinematografiche e audiovisive». Lo ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, introducendo a Salerno «Linea d’Ombra – Festival Culture Giovani», in merito alla legge sul cinema della Regione Campania. De Luca ne ha discusso con la produttrice Antonella Di Nocera, la regista Antonietta De Lillo, il regista Edoardo De Angelis, reduce dal suo ultimo film Indivisibili, il direttore Film Commission Regione Campania, Maurizio Gemma. «Questa – ha aggiunto il governatore – porterà creatività e lavoro. Va sconfitta però la palude burocratica; è un risultato di grandissima importanza. Pensiamo di sviluppare queste iniziative in raccordo stretto con i territori e con i progetti di sviluppo turistico-culturale ad essi collegati. Prevede una programmazione triennale da parte della Regione con uno stanziamento di cinque milioni l’anno. Daremo anche vita ad una mediateca regionale, lavoreremo per recuperare prodotti cinematografici che hanno fatto la storia del cinema nel nostro Paese e poi lavoreremo sui diversi segmenti di produzioni cinematografiche, per favorire cinema d’autore e cineturismo. Sarà una grande occasione per il mondo del cinema e per i suoi operatori, per tanti giovani talenti che in questi anni non hanno avuto l’occasione di esprimersi nel nostro territorio e anche un modo per valorizzare le nostre eccellenze». Parlando di Salerno, poi, De Luca ha aggiunto: «Siamo qui a Salerno, una media città del Sud dove è sorto, nel dopoguerra, il festival del cinema secondo più antico d’Italia dopo Venezia, morto per strada per non aver saputo rinnovare se stesso, per non essersi aperto a nuove esperienze. Noi in questa città abbiamo aperto cinque teatri e cinemateatri. A cominciare da questo dove siamo (ex cinema Diana ndr) che un tempo era un cinema porno, poco lontano alla villa comunale dove vi erano i pedofili. Noi da modesti artigiani – rimarca De Luca – abbiamo costruito teatri quando si chiudevano in tutta Italia, abbiamo investito nella cultura. Abbiamo cercato di far capire a tutti che una comunità senza cultura non ha un’anima. Tu magari muovi emozioni ma c’è qualcuno che ancora aspetta il progetto. Abbiamo avuto ambienti che hanno vissuto per anni di parassitismo e lobby. Noi abbiamo interesse a smantellare piccole lobby, circoli chiusi che parlano di cultura ma che non hanno mai prodotto niente tranne il proprio stipendio a spese della regione. Noi siamo per dare respiro al merito, a chi vuole presentarsi sulla base della propria creatività. Insieme dobbiamo fare questa operazione di rinnovamento e avere il coraggio di essere coerenti».

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