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SALERNO. Senza distinzione di ceto, di bilancio familiare, di disponibilità economiche, tutti gli italiani, chi più chi meno, si sta attrezzando per far fronte alle “stangate” quotidiane legate ai consumi, siano essi elettrici o combustibili: orecchie tese a trovare soluzioni a questa particolare inflazione, che non poco sta turbando i sonni dei cittadini. Non sottovalutano il problema, i comuni, e per essi le amministrazioni che li gestiscono, già alle prese con passivi derivati da scarsi finanziamenti del governo centrale, che, da par suo, con oculatezza sta distribuendo i fondi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), e le vie di uscita da questa paralisi delle risorse economiche sono davvero poche. Siamo famosi per il nostro spirito di iniziativa, per la fantasia che accompagna i rimedi nelle situazioni difficili, e può inserirsi in questo frangente quanto ha escogitato il Sindaco di Bracigliano, Gianni Iuliano, per arricchire le casse, deficitarie, dell’ente: “
Le scelte che ci consentono di porre freno alle negatività del bilancio si riducono sensibilmente e si riferiscono alle sole risorse che offre il territorio, dall’utilizzo, non vendita, di immobili di proprietà comunale, e dal rendere fruttifere le ricchezze naturali che insistono sul territorio” Ci spieghi meglio a cosa è ricorso: “ Primo passo lo abbiamo compiuto nel ristrutturare il palazzo ex Miroballo d’Aragona ( annoverato tra i 15 castelli che intorno al Mille da Castellammare di Stabia a Serino formavano una cortina di ferro per la difesa della zona, e non ebbe la struttura del castello tradizionale, ma la struttura di un piccolo forte, o se si vuole, una fortezza di modeste proporzioni ndr), diventato poi Palazzo De Simone (dopo la morte del Marchese, nel 1790, in mancanza di eredi la fortezza entrò nel novero del dominio pubblico, per poi essere acquistata da un altro possessore, Aniello De Simone (da cui il Palazzo prende il nome odierno); poco prima della fine del secondo conflitto mondiale, grazie al Segretario comunale Felice Rescigno, il Comune ne è diventato l’ultimo possessore ndr) ed ora, in attesa del finanziamento che ci consentirà di completare il risanamento delle capriate dell’ultimo livello, con successivo arredo, abbiamo deciso di concederlo a società per la gestione e per organizzarci manifestazioni di ogni genere, , e, considerato che nel piano interrato è presente un auditorium da circa trecento posti, sono realizzabili iniziative dedicate alla musica ed alla danza.
Lasceremo anche la possibilità di sistemare l’archivio storico, che grazie alla digitalizzazione ci riporterà alla narrazione di vicende ed avvenimenti dal 1810 a tuttoggi.” Introiti che darebbero respiro alle finanze: “Proprio grazie alla portata degli eventi cui darà vita, è, ma lo sarà maggiormente in seguito, una vera propria calamita non solo per gli abitanti del borgo, ma anche per molti turisti ed appassionati di cultura”. La soluzione non sarà il toccasana unico per le entrate del Comune: “Sulle zone di nostra competenza insistono circa trecento ettari di bosco ceduo con presenza massiccia di castagneti, dai quali, nel passato attingevamo risorse concrete con la vendita della legna, ma il progresso della plastica ha sensibilmente ridotto l’utilizzo di questa materia prima, penalizzando le entrate relative a questa voce”. Quale la vostra idea?
“Non siamo rimasti insensibili a questa particolarità del territorio, per cui è nostra intenzione modificare circa la metà di queste aree da ceduo a fruttifero, consentendo a gruppi di giovani di gestire questi terreni, e conseguentemente di ricavare, in un tempo accettabile, prodotti della terra, costituendo cooperative che abbiano quale fine, non solo la vendita di tutto ciò che maturerà, ma anche occasione di lavoro”. Se ne parla in città, come l’uovo di Colombo: “Sarà anche definibile in tal modo detta scelta, ma, cosa che ci ha reso ancora più convinti di aver adoperato lo stratagemma , la risposta della popolazione, che noi chiamiamo “under 30”, affascinata dalla idea di coinvolgerla in un discorso che abbraccia lavoro, guadagno, soddisfazione, volontà di rendere la città più attiva e sensibile alla crescita, che diventa momento di aggregazione come pochi altri”.
Un modo, non come un altro, ma con varietà di impostazione, che dovrà significare, per altri contesti viciniori, la voglia di riscatto, fidando sulle proprie attitudini e sulla propria storia.
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