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Franco Alfieri

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Franco Alfieri, ex presidente della provincia di salerno, arrestato per scambio politico-mafioso. Inchiesta che vede coinvolte altre otto persone riguarda i legami con clan Marandino e promesse elettorali. Accuse a vario titoli per gli altri indagati di estorsione e armi.


SALERNO – Un’altra tegola giudiziaria si abbatte su Franco Alfieri, ex presidente della Provincia di Salerno ed ex sindaco di Capaccio Paestum. L’uomo è stato arrestato insieme ad altre nove persone nell’ambito di un’inchiesta della Direzione Investigativa Antimafia di Salerno, coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia.

Le accuse mosse a vario titolo a carico dei diversi indagati sono particolarmente pesanti. Si va, ovviamente a seconda dell’indagato, dallo scambio elettorale politico-mafioso, al tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso, passando per l’estorsione aggravata dal metodo mafioso, la detenzione, porto e cessione di armi da guerra e comuni da sparo e ancora il favoreggiamento personale.

Arrestato l’ex presidente della provincia di Salerno, Alfieri per un presunto patto elettorale-mafioso

Al centro dell’inchiesta, durata circa due anni, la ricostruzione dei rapporti tra Alfieri e Roberto Squecco, pregiudicato capaccese condannato per associazione mafiosa, ritenuto esponente del clan Marandino. Coinvolta anche l’ex moglie di Squecco, Stefania Nobili, all’epoca consigliera comunale. Secondo gli inquirenti, Alfieri avrebbe stretto un patto elettorale-mafioso con Squecco e Nobili in vista delle elezioni comunali del 2019. In cambio del sostegno elettorale, Alfieri avrebbe garantito il mantenimento del Lido Kennedy, di fatto nella disponibilità di Squecco nonostante i provvedimenti ablatori.

Per Alfieri, già arrestato nell’ottobre 2023 per appalti truccati e poi posto ai domiciliari, si tratta dell’ennesimo capitolo di una vicenda giudiziaria complessa. L’arresto di oggi segna un ulteriore colpo alla sua carriera politica, dopo la sospensione dal Partito Democratico. L’inchiesta della DIA getta ombre inquietanti sul sistema politico locale, evidenziando presunti legami tra politica e criminalità organizzata. Le indagini proseguono per fare piena luce su tutti gli aspetti della vicenda.

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