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Carabinieri

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L’indagine ha svelato una rete d falsi permessi di soggiorno a caro prezzo. 16 le persone arrestate tra Salerno, Napoli, Avellino e Padova per aver venduto falsi documenti a chi cercava lavoro.


SALERNO – Un’ombra cupa si è abbattuta sulla Piana del Sele, terra di lavoro e di sfruttamento. I carabinieri di Eboli hanno sgominato un’organizzazione che, approfittando della vulnerabilità dei migranti, fabbricava falsi permessi di soggiorno in cambio di ingenti somme di denaro. Le misure cautelari hanno visto coinvolte quattro province: Salerno, Napoli, Avellino e Padova.

L’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Salerno, ha portato all’esecuzione di 16 misure cautelari: due in carcere, undici ai domiciliari e tre con obbligo di dimora. Tra gli arrestati, un 50enne salernitano e un 40enne del Bangladesh, figure chiave di un sistema che lucrava sulla speranza di migliaia di persone.

L’indagine ha svelato come, i migranti, spesso braccianti agricoli in cerca di una vita migliore, si rivolgevano all’organizzazione criminale per ottenere i documenti che avrebbero permesso loro di regolarizzare la propria posizione in Italia. In cambio, versavano somme considerevoli: circa 3mila euro per le pratiche di emersione dal lavoro irregolare. 1500 euro, invece, per rientrare nei flussi stagionali. Le indagini hanno documentato come l’organizzazione fosse in grado di falsificare ogni tipo di documento, dai contratti di lavoro alle buste paga, creando un quadro fittizio che ingannava le autorità. Ma le loro attività non si limitavano a questo. In un caso, due degli indagati sono accusati di aver appiccato il fuoco a un’abitazione di  Postiglione assicurata per un milione e mezzo di euro, con l’obiettivo di incassare il risarcimento.

Sarebbero 285 le pratiche contestate, tutte relative all’anno 2020 per falsi permessi di soggiorno. Di queste, soltanto nove sarebbero andate a buon fine. Ma dell’esito negativo degli incartamenti le vittime probabilmente non erano a conoscenza e pagavano all’organizzazione il “dovuto” conto.  Le vittime di questa truffa sono stati soprattutto i migranti, persone spesso in difficoltà economiche e disposte a tutto pur di ottenere un futuro migliore. Ma nel mirino degli investigatori sono finiti alcuni datori di lavoro, le indagini adesso dovranno accertare se erano a conoscenza o no dell’emissione dei falsi permessi di soggiorno. Resta ora da capire quali saranno le conseguenze per i migranti coinvolti in questa vicenda. Molti di loro rischiano di essere espulsi dal territorio nazionale, perdendo tutto ciò che hanno costruito.

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