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Finge una patologia psichiatrica per non sottoporsi ai processi: smascherato esponente del clan di camorra Tempesta; confisca oltre 2 milioni di euro


SALERNO – La Direzione investigativa antimafia – Sezione operativa di Salerno ha dato oggi (10 settembre 2024) esecuzione ad un decreto di confisca. Decreto emesso dalla sezione riesame e misure di prevenzione del Tribunale di Salerno, divenuto definitivo l’1 luglio scorso. A proporre la misura erano stati il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Nocera Inferiore e il direttore della Dia/Direzione investigativa antimafia. Oggetto della confisca sono beni immobili per oltre due milioni di euro, fa sapere una nota del procuratore di Nocera Inferiore Antonio Centore, riconducibili a un uomo, detenuto nella casa circondariale di Parma per “condanne definitive per omicidio pluriaggravato continuato, associazione di tipo camorristico, usura, estorsione ed altro”.

DAGLI ANNI ’90 NON SI SOTTOPONE AI PROCESSI DI CAMORRA PER FINTA PATOLOGIA PSICHIATRICA

La misura è frutto di una articolata ed approfondita attività investigativa. Come fa sapere la procura, la confisca “assume un particolare valore” perché per anni l’uomo ha posto in essere diverse “attività dissimulatorie” per sottrarsi a “numerosi processi ai quali avrebbe dovuto essere sottoposto a partire dalla fine degli anni ’90”.
Come ricostruito dalla procura – che ha portato poi alla confisca – l’uomo, che è ritenuto dagli inquirenti un esponente apicale del clan di camorra Tempesta, ha “simulato per anni l’esistenza di una patologia psichiatrica con conseguente grave quadro di deterioramento cognitivo, che risultava peraltro convalidato da numerose consulenze e perizie medico-legali e psichiatriche, tale da fargli ottenere il riconoscimento di uno stato di incapacità processuale che ha determinato per anni il rinvio – solo con riguardo alla sua posizione, per tale motivo stralciata – dei numerosi processi per gravissimi reati pendenti in fase dibattimentale a suo carico e nei confronti dei suoi sodali dinanzi alle autorità giudiziarie salernitana e napoletana”.

LE INDAGINI E LA CONFISCA

Le indagini, anche di natura tecnica come intercettazioni telefoniche, ambientali e videoriprese, svolte dalla procura della Repubblica di Nocera Inferiore hanno invece permesso “di smentire in radice l’esistenza della lamentata patologia invalidante” consentendo poi la ripresa dei “dibattimenti che erano rimasti per lungo tempo sospesi”. La confisca ha colpito svariati beni immobili, tra cui un complesso immobiliare, costituito da alcuni appartamenti, garage ed aree non edificate ad Angri e un’altra proprietà immobiliare nel comune di Sant’Egidio del Monte Albino.

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