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Anche il gruppo Scuole Aperte Salerno sostiene l’iniziativa «che sottolinea la necessità, non più prorogabile, di una scuola in presenza, che garantisca uguaglianza, inclusioni e pari opportunità, combattendo la dispersione scolastica». Domenica 28 marzo alle 11:30, sotto la Sede della Regione Campania a Napoli, si darà il via, in concomitanza con altre regioni, alla seconda Manifestazione Nazionale della Rete Nazionale “Scuole in presenza” di cui l’Associazione Scuole Aperte Campania fa parte, per chiedere a gran voce la ripresa in presenza delle scuole. Sarà un sit-in in forma statica e nel rispetto di tutti i protocolli di sicurezza, dove i partecipanti saranno “armati’” solo di pentole, coperchi e slogan da scandire a voce alta.

«Il ritorno della scuola in presenza è ormai una necessità non più rimandabile, perché tanti, troppi sono i danni “collaterali” a cui stiamo sottoponendo i nostri studenti – afferma una nota di Scuole Aperte-: disagi psicologici con disturbi di ansia, cognitivi, comportamentali uniti a disordini alimentari o fenomeni di autolesionismo, come asserito da studi medici e dalla attività dei centri di assistenza preposti. E la Didattica a Distanza, certamente utile quale strumento emergenziale, ha dimostrato, chiaramente ormai, di non saper garantire, a bambini e ragazzi, nessun tipo di reale rapporto relazionale né formativo tout court».

Secondo i promotori, «la scuola in presenza è il solo strumento che consente l’applicazione dell’articolo 3 della Costituzione, dando a tutti la possibilità di rimuovere gli ostacoli di ordine sociale ed economico ed offrire pari opportunità, come costituzionalmente sancito dall’articolo 34. E per questi non dobbiamo dimenticare anche i tanti alunni diversamente abili e con bisogni educativi speciali”

Inoltre, «come dichiarato tante volte da esperti della Comunità scientifica e dallo stesso Comitato tecnico scientifico nazionale – aggiunge la nota-, l’apertura delle Scuole in presenza non ha mai influito sull’aumento dei contagi, anzi, nelle regioni in cui la scuola è stata garantita in presenza, ha dimostrato di essere funzionale al tracciamento».

Scuole Aperte sottolinea che la Campania «è la regione che ha pagato il prezzo più alto di queste chiusure, spesso immotivate, visto che in alcuni casi perfino gli screening avevano offerto dati confortanti, almeno per le scuole di prossimità. Eppure i nostri sono stati in assoluto gli studenti che hanno perso più giorni di scuola in presenza rispetto al resto di Italia e, forse, di tutta Europa. E la gravità di questo dato si innesta in un territorio dove già profondo è il gap formativo con il resto della Nazione e dove la scuola è un presidio di legalità più che altrove». In vista della protesta, infine, si ricorda: «Nessun luogo è a rischio zero, ma rispetto a luoghi che sono rimasti aperti in questi mesi, crediamo che le scuole siano importanti così come gli ospedali. E ce lo ricorda la nostra Costituzione»

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