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NAPOLI. Nessun timore, nessun volo pindarico, nessuna esaltazione: è vero che le prime due gare non presentavano particolari grattacapi, avversari tecnicamente inferiori, ma sbarazzarsene vendemmiando gol e azioni da manuale non è da tutti, soprattutto in avvio di campionato, quando la forma fisica non è al massimo, le squadre si sono modificate nello schieramento, ed è ancora attiva la possibilità di nuovi inserimenti, insomma quando non si è ancora a regime.
Nove reti, il capocannoniere (tre reti) veste la maglia azzurra, la differenza reti risulta la migliore (un + 7 che la dice lunga…ndr), manovra fluida, verticalità impressionante, conclusioni a rete sempre superiori alla ventina, divertimento in campo, con giocate di classe, e sugli spalti, con cori incessanti e applausi a go-go: il tutto che soddisfa il palato degli intenditori, che ammansisce i criticoni e gli scettici, che tranquillizza il Presidente, serafico in tribuna e straconvinto dell’ottimo lavoro fatto, ma con l’allenatore che lascia stupìti, in fase di presentazione, con un piccolo appunto sulla campagna acquisti ( “siamo gli stessi di prima con meno esperienza, meno presenze in Champion’s, meno personalità”), ed a fine gara, esprimendo qualche perplessità su Kvaratskhelia: “Ha ottime qualità e poi è un grande professionista e un bravo ragazzo. Gioca di destro, sinistro, però si deve sciogliere, è tesissimo. Sente ancora troppo l’incarico che ha, sa che deve dare delle soddisfazione ai tifosi del Napoli, si carica di responsabilità. Ottimo che abbia fatto gol, così troverà equilibrio e serenità”.
Il chiacchiericcio alla sostituzione di Osimhen, con il nigeriano leggermente alterato, cerca di spiegarlo, per evitare fraintesi, visti le dichiarazioni di cui sopra: “Voleva che restassimo concentrati, la squadra ha fatto quello che doveva fare. Stavamo vincendo in maniera netta. Non dovevamo prendere gol e Osimhen probabilmente ha chiesto di stare concentrati per questo” Nessun dubbio, la squadra è con lui, lo ascolta, lo segue, e lo accontenta, nonostante sia dai gusti difficili, forse anche per cercare di smorzare quell’entusiasmo che si respira in città, prima per i colpi di mercato e poi per le risposte convincenti sul campo. Chi ha interpretato alla grande come ci si comporta durante gli allenamenti, durante la partita, nella vita, è Lobotka, apprezzato per la serietà, per la saggezza con il pallone tra i piedi, per l’assenza totale di proteste anche quando va per le terre, subendo falli anche duri, per giocare come un centrocampista di qualità, testa alta e sempre passaggi intelligenti, non disdegnando quando vede campo aperto ad infilarsi tra gli avversari, puntando la porta, ma con l’obiettivo di mettere in condizione il trio d’attacco di essere decisivo per segnare, come in occasione del terzo gol, quando si è lanciato fino al limite dell’area di rigore per poi offrire la sfera al giorgiano, abile a dribblare con una finta, Marlon ed Antov, e a battere Di Gregorio.
Sarà anche esigente Spalletti con Kvaratskhelia, ma dopo aver messo a segno un gol di testa e fornito un assist a Zielinski (a Verona ndr) ed aver dimostrato di essere capace di colpire il bersaglio, di destro, con un “tiro a giro” degno dell’Insigne dei tempi migliori ( a Toronto gli saranno fischiate le orecchie ndr), e di sinistro, sull’assist di Lobotka, non resta che attendere solo la continuità, perchè in quanto a qualità, a visione di gioco, a rapidità di movimento, a capacità di saltare l’uomo, non c’è assolutamenunte nulla da imparare o da rimproverare: saremmo orbi e poco competenti di calcio !
Ed ora sotto con il primo match impegnativo, la Fiorentina di Italiano, battuta al Franchi lo scorso anno, ma con l’allenatore che più besta nera di lui non c’è …..
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