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CASTEL DI SANGRO. La finestra relativa agli scambi di calciatori, soprattutto di coloro che sono a parametro zero, oppure sono a pochi mesi dalla scadenza di contratto, terminerà a fine agosto, ma per la squadra partenopea, fatti salvi gli innesti di Simeone, ai dettagli solo e soltanto in virtù della cessione di Petagna al Monza (complimenti a Giuntoli, riuscito nell’intento di ricavare oltre quindici milioni di euro, imponendo l’obbligo del riscatto, in caso di salvezza dei brianzoli, e con quel pò pò’ di calciatori arrivati alla corte di Stroppa, come sarà possibile non rimanere in A…ndr) e di Raspadori, se e soltanto se la società cara alla famiglia Squinzi deciderà di arricchire il portafogli neroverde, e di Lo Celso o Barak, ovemai Ruiz , e sembra sulla dirittura di arrivo, accetterà, e figuriamoci se non raggiungerà Parigi anche a piedi, di cimentarsi con i transalpini, affiancando Messi, Mbappè, Neymar, Verratti e chi più ne ha più ne metta. Salutato anche Mertens, che ha bissato l’atteggiamento del senegalese KK, sordi al richiamo delle sirene juventine, anche lo spagnolo ha voltato le spalle ai bianconeri (la Juventus, a corto di centrocampisti, accusati gli infortuni, seri, di Pogba e Mckennie ndr), la possibile cessione di Zielinski, sponda inglese del Westham, sembra tramontata, per il tecnico toscano è giunto il momento di scegliere l’undici titolare che affronterà il Verona a metà mese, in avvio di torneo.
Le amichevoli disputate nel mese di luglio, in particolare contro team stranieri, hanno evidenziato qualche lacuna, proprio a difesa della porta, e la cessione di Meret, esigente al punto da pretendere il numero uno, senza se e senza ma, sembrava quasi inevitabile, ma l’accordo con Navas non è da ritenersi ottenuto e non si può ritenere definitivo l’approdo in maglia azzurra, complice la partecipazione, non garantita, da parte dei francesi del PSG, di buona parte del sontuoso ingaggio del pipelet costaricano.
Ormai la scelta del sistema del 4-3-3 è definitiva, ma potrebbe modificarsi, all’ultimo istante in un più offensivo 4-2-3-1, anche se non saranno molti gli allenamenti prima del match del Bentegodi: prima di campionato con Meret tra i pali, Di Lorenzo e Rui sulle fasce, la coppia centrale rafforzata da Kim, che già dimostra affiatamento con Rahmani, mentre a metà campo, i certi saranno Anguissa e Lobotka, mentre, come già evidenziato, resta da stabilire il terzo che farà diga a centrocampo, con la possibilità di giocare a due, con Raspadori, a far parte del trio di sostegno, formato, inevitabilmente da Lozano e dal funambolo Kvaratskhelia, diventato non solo idolo, ma capace di far dimenticare abbastanza presto il “canadese” Insigne. Ariete, come sempre, la “testina d’oro”, Osimhen, che nelle ultime quattro amichevoli è andato in gol, solo su rigore, nonostante abbia più volte inquadrato la porta avversaria. E’ chiaro che l’allenatore ha il compìto, affatto non semplice, di ripetersi, almeno per ciò che aveva regalato nei tre quarti di campionato, smarrendosi in quel famoso trittico di partite,
Fiorentina, Empoli e Roma, costate un tricolore, decisamente raggiungibile allora, diventato, oggi, almeno in sede di pronostico, una chimera, alla luce della giovane età del gruppo, non ancora completamente amalgamato, visto anche che per alcuni è la prima esperienza nel campionato italiano. Non è apparso soddisfatto, Spalletti, delle prestazioni delle seconde linee che hanno determinato risultati non esaltanti contro compagini di valore non eccelso, mentre quando sono stati schierati i titolari, cioè l’undici evidenziato in premessa, sia il risultato, che lo spettacolo, che la velocità della manovra, che la produzione di occasioni da gol, sono stati più che soddisfacenti, sottolineati anche dai commenti dei tifosi, stabilitisi in pianta stabile nella sede del secondo ritiro, e per tutta la durata del soggiorno in Abruzzo, apprezzati, sia i tifosi che la società, nonché atleti e staff, dall’intera Amministrazione comunale per la simpatia e la collaborazione tra Napoli calcio e l’intera cittadinanza di Castel di Sangro.
Gli avversari iberici hanno rispettato il ruolo di sparring partner, andando, molte volte, anche fuori le righe, iscenando battaglie al limite della correttezza, con interventi sull’uomo, a volte estremamente decisi e pericolosi per l’integrità dei calciatori, in vista dell’imminente avvio del campionato. Al trainer, sempre cauto e paziente, al punto da aver contestato, in maniera civile e senza lanciare frecciate a destra ed a manca, le cessioni di pilastri della squadra, perfettamente integrati, sia in campo, ma principalmente nello spogliatoio, dove la personalità di Koulibaly, l’esperienza di Ospina, il prodigarsi verso tutti, sia con parole che con gesti, di Mertens davano una mano alla gestione dell’intero gruppo a Spalletti, va il nostro augurio, di riuscire, necessariamente, a determinare quello spirito goliardico ed efficiente in quella parte dello stadio, non visibile e non frequentabile da tutti.
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