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NAPOLI – Tengono banco nel chiacchiericcio popolare, dopo la grande amarezza della sconfitta casalinga di domenica scorsa, altri argomenti che riguardano principalmente la società, una per tutte, la richiesta, da parte della Procura federale, delle pene per dirigenti e casse societarie: inibizione di 11 mesi e 5 giorni per il presidente De Laurentiis, 6 mesi e 10 per la moglie, il figlio Edoardo e la figlia Valentina, per Andrea Chiavelli 9 mesi e 15 giorni, ed infine per il club, 329 mila euro di ammenda; a tutto ciò va aggiunto il dilemma che investe Don Aurelio, intestatario della societá partenopea, ed il figlio Luigi, titolare della società pugliese, neo promossa in serie B: la norma stabilita dal Consiglio Federale lo scorso 30 settembre chiarisce ogni dubbio, «il divieto di qualsiasi partecipazione societaria in più di un club professionistico».

Nulla di nuovo, in realtà, perché l’articolo 16 bis delle Noif già vietava tali situazioni prima delle modifiche votate dai consiglieri della Figc: «Non sono ammesse partecipazioni o gestioni che determinano in capo al medesimo soggetto controlli diretti o indiretti in società appartenenti alla sfera professionistica» e «un soggetto ha una posizione di controllo di una società quando allo stesso, ai suoi parenti o affini entro il quarto grado sono riconducibili, anche indirettamente, la maggioranza dei voti di organi decisionali». Niente padri e figli, dunque, come nel caso dei De Laurentiis. Due grane niente male per i familiari dirigenti, ma tutto ciò ha “liberato mentalmente” il gruppo squadra che non ha avvertito le sirene, non tanto della contestazione, tra l’altro sarebbe apparsa ai più, assurda, ma della sfiducia verso un traguardo che tiene ancora in corsa i partenopei, non osservando il calendario, decisamente abbordabile per l’Inter, ma per ciò che determinerà il ritorno della semifinale di coppa Italia che vedrà di fronte nerazzurri e rossoneri, il prossimo martedì, ben coscienti che quella gara sarà sfiancante e porterà con sé degli strascichi, così come è occorso alla squadra di Inzaghi dopo la sconfitta maturata nell’ultimo quarto d’ora di gioco, nel match di campionato, con l’,Inter fortemente in difficoltà nelle partite successive.

Pensata, ragionata e scritta, questa considerazione dai risvolti positivi per gli azzurri, almeno è nelle speranze di tutti i tifosi napoletani, ritorniamo alla questione delle plusvalenze, in quanto pare ci si trovi di fronte ad un vizio procedurale che potrebbe far saltare il processo sulle plusvalenze fittizie: la Procura rischia di aver commesso un grossolano autogol capace di polverizzare l’intero procedimento. Un cavillo procedurale, evidenziato dalle difese di tutte le società coinvolte. Il primo atto dell’indagine è una lettera in cui la Covisoc — l’organo di controllo sulle società di calcio — invia quella che in un processo ordinario si definirebbe la “notizia di reato” alla Procura. L’accusa però sostiene una tesi differente: “Scrive infatti la Covisoc di avere avuto “pregresse interazioni” con la Procura, e richiama una nota di sei mesi prima, ossia del 14 aprile. In cui la Procura avrebbe fornito alla Covisoc “indicazioni interpretative” per rintracciare possibili plusvalenze gonfiate. Le difese degli accusati hanno chiesto di avere accesso a quella nota. Ma è stata negata: per la Procura, non è attinente. Messa così, quasi una violazione del diritto di accesso agli atti”.


La questione verte attorno alla tempistica richiesta in questi casi per aprire un’indagine da parte della Procura che non avrebbe rispettato il termine di 30 giorni per aprire un’indagine. Vizio procedurale sufficiente, forse, a minare l’intero processo. La legge è legge e va sì rispettata, quindi una scappatoia per farla franca: non sarebbe un’assoluzione, ma gli avvocati, quando leggono attentamente le carte riescono a “salvare” gli imputati: discorso lungo, ma è un sospiro di sollievo che tranquillizza la società, anche se per i supporters partenopei, la tranquillità, la concentrazione, la determinazione la vorrebbero dall’intero team, in queste ultime sei gare, soprattutto per non assistere allo spettacolo vergognoso e umiliante di circa settantadue ore addietro….

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