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NAPOLI. L’ultimo quarto d’ora giocato al Meazza, la gara contro la Lazio, i sessanta minuti di Reggio Emilia che avevano condotto il Napoli ad un due a zero meritato e convincente, avevano illuminato le speranze dei tifosi e dello stesso Spalletti di tenere a debita distanza le inseguitrici: poi il diluvio, la tempesta, la scure della cattiva sorte, che aveva già colpito, e in maniera terribile, gli azzurri (Osimhen ed Anguissa per infortuni, Politano, Demme, Zanoli causa Covid), e sembrava fossero sufficienti per chiudere la porta alla sfortuna, ed invece, non ce ne voglia il fato, sembra proprio che sulla squadra partenopea si scateni quella maledetta stregoneria, condita dal malocchio, pronto sempre a distruggere i sogni del popolo azzurro.
Non è possibile che nel giro di pochi minuti il Napoli perda il regista Ruiz, autore del primo gol e pedina inamovibile dello scacchiere partenopeo, in un centrocampo orfano del camerunense, stella della prima fase di campionato, e debba rinunciare al perno della difesa, il “comandante” Koulibaly, interprete di una prestazione superlativa, abile nel fronteggiare ogni tipo di attacco del Sassuolo, sia sulle palle alte che sulle percussioni via terra. E se a questi stop che hanno determinato il recupero del punteggio da parte dei neroverdi, si aggiunge l’abbandono della gara anche del capitano Insigne, causa un indurimento del muscolo del polpaccio, c’ è da mettersi in un cantuccio e versare lacrime per le defezioni che raggiungono il numero di ben cinque elementi, e, questione da non sottovalutare, proprio dei tre “colored” per i quali ci si preoccupava per la partecipazione degli stessi alla Coppa d’Africa ( Nigeria, Camerun e Senegal, molto probabilmente dovranno, le loro nazionali, a rinunciare alle punte di diamante che hanno contribuito non poco alla qualificazione ai prossimi mondiali del Qatar ndr).
Non solo sfortuna ha consentito a rossoneri ( vittoriosi a Genova) e nerazzurri ( vincenti contro lo Spezia), ma anche la direzione di gara affidata a Pezzuto, leccese di origini, ma ancora inesperto per gare di un certo spessore, quando sono in palio punti che sono determinanti per diverse ambizioni ( scudetto e retrocessione): errori madornali commessi nel finale di partita hanno consentito, in una prima fase, al raggiungimento del pari, stavano addirittura condannando il napoli alla seconda sconfitta del campionato.
Bisogna affidarsi al Var ( Nasca, di origini baresi, quindi non allineato con l’arbitro per via della rivalità tra le due province pugliesi – battuta del redattore…) per dimostrare a Pezzuto l’esistenza del fallo di Berardi su Rrahmani, mentre per avvalorare la tesi della scorrettezza commessa sullo stesso difensore del Napoli, non rilevata dall’arbitro, assegnando la punizione dalla quale è scaturito il pari di Ferrari, si è dovuta attendere la disamina effettuata dalla moviola di Pieri in “novantesimo minuto”, a notte inoltrata, che ha confermato l’errore marchiano di Pezzuto: e purtroppo in questa circostanza, l’intervento del Varista non è stato possibile per via del protocollo che impedisce all’uomo che segue la gara tramite le numerose telecamere posizionate verso il campo di gioco, di intervenire in situazioni del genere.
Resta la variante “delusione” che si lega all’atteggiamento della squadra che non doveva concedere il pallino del gioco agli avversari che già godevano del vantaggio di affrontare il Napoli privo dei due elementi che avevano caratterizzato il risultato, uno con il gol, l’altro con le prodezze difensive: aveva il compito di addormentare la gara, di non sprecare palloni in uscita, di rafforzare lo spirito guerriero proprio per le assenze che erano piovute a penalizzare i due reparti, ed invece è venuto a mancare il palleggio insistito che aveva ammutolito la Lazio. Ciò che preoccupa per il futuro immediato, la gara di sabato sera contro l’Atalanta, che gira a mille, e che di infortuni non ne lamenta, è l’undici cui si dovrà affidare Spalletti, visibilmente contrariato a fine gara, dopo aver anche collezionato l’espulsione: Ospina, Di Lorenzo, Rrahmani, Rui, Zielinski, Mertens (?), Lozano, Politano, ci saranno e poi? Demme sembra accusare ancora i postumi del Covid, Politano non gioca una partita intera da molto, Anguissa recupererà? E Ruiz?
Nel mentre si sussurrano cattive notizie per Koulibaly, per il quale, a voler essere ottimisti, un mese abbondante occorrerà per il pieno recupero, e sarà out, se così fosse, anche per il match contro il Milan, in campo esterno, giudicate voi se le tre parole che hanno sancito questa trasferta sono, come sostiene l’allenatore, “tanta roba”….
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