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NAPOLI. Giocare per ultimi conoscendo la classifica, orfana solo della partita degli azzurri contro i rossoblu allenati da Mihajlovic, avrebbe significato, per Sarri, un handicap notevole, caricando di tensione i calciatori, ma poiché gli allenatori sono come le dita della mano, ognuna diversa dalle altre, per Spalletti il problema non si pone: “Giocare dopo? Uno stimolo in più non certo un problema. Siamo forti e il merito è della società che negli anni ha costruito una rosa così competitiva”. E’ il segnale, ove mai occorressero delle conferme, che l’atteggiamento del tecnico è rassicurante per gli atleti, per l’ambiente, non lasciando spazio a polemiche, come quelle innestate dai media dopo il match dell’Olimpico, avente come bersaglio il direttore di gara, Massa ( tra l’altro “beccato” anche dai suoi superiori per la permalosità, che gli viene attribuita ndr): “Il rapporto con gli arbitri ce l’ho buono un po’ con tutti.

Il colloquio con Irrati, quarto uomo a Roma, l’ho avuto. Lamentarsi è da sfigati. Bisogna tramutare in uno stimolo ogni cosa. Io non sono stato né ironico né irrispettoso. Se Massa l’ha recepita così devo cambiare io qualcosa. Devo andare a essere più chiaro quando voglio parlare con un arbitro”. Altro argomento che ha tenuto banco nelle considerazioni post gara, terminata con un pari, interrompendo la striscia di otto vittorie consecutive, la condizione fisica e la posizione in campo, di Zielinski, e l’allenatore non mette in discussione il talento del polacco, che, ne è cosciente, non sta offrendo prestazioni all’altezza del suo valore: “Zielinski è vero che ancora non ha “acchiappato” il meglio di se stesso. Ha capacità di corsa, lo strappo che ti cambia la partita. Però è in crescita e le partite ravvicinate lo aiuteranno a ritrovare la condizione”. Il turn over, lo ripete ancora una volta per chi fosse debole di memoria, non appartiene ai suoi desiderata, quando è nella fase di strategia della gara, per scegliere l’undici da schierare dall’inizio, confermando il Napoli di domenica scorsa: “Tutto può essere veleno o medicina. Vanno fatti ragionamenti di volta in volta. Il criterio è far giocare molti degli attaccanti che ho. Perché da lì si fa gol e si vincono le partite. Lì si tiene la palla per controllare il gioco. E poi le sostituzioni sono molto importanti e quello bisogna capire.

Nell’ultima partita le ho usate un po’ meno e ho sbagliato”. Restano da valutare le “gentilezze” che vengono propinate sistematicamente ad Osimhen: “Victor deve sapere che riceverà anche più falli di quanto gli capiti attualmente. Dopo il Venezia gli abbiamo mandato messaggi chiari e lui li ha recepiti molto bene”. Dall’altra sponda, quella felsinea, le parole del tecnico serbo lasciano sbigottiti: «Sposta gli equilibri più di Lukaku. Cosa mangiano a Napoli? Sembra che abbia il motorino. E’ ignorante, ma nel senso buono della parola: corre, apre il gioco, riparte, segna. E’ forte, non mi aspettavo così tanto. Però è vero che l’hanno anche pagato 70 milioni». Cosa avrà voluto dire, pochi lo hanno inteso, di certo c’è che hanno il sapore di provocazione, non nascondendo il timore per una partita da disputare con assenze significative: “ Arnautovic si aggiungerà agli squalificati Soriano e Soumaro, e a centrocampo adotterò la linea a cinque con Dominguez, Schouten e Svanberg a fare muro ad Anguissa, Zielinski e Ruiz”. Tra i ricordi dei confronti tra il serbo e Spalletti c’è un precedente, con il primo calciatore laziale ed il secondo sulla panchina della Sampdoria: una tripletta che costò l’esonero al trainer toscano. La vendetta è un piatto che si serve freddo….. FORMAZIONI
NAPOLI (4-2-3-1): Ospina; Di Lorenzo, Rrahmani, Koulibaly, Mario Rui; Anguissa,Fabian; Lozano (Politano), Zielinski (Elmas), Insigne; Osimhen.
All. Domenichini
BOLOGNA (3-5-2): Skorupski; De Silvestri, Medel, Theate; Skov Olsen, Dominguez, Schouten, Svanberg, Hickey; Barrow, Orsolini.
All. Mihajlovic

Arbitro:Marco Serra di Torino. Guardalinee: De Meo e Rossi
Quarto uomo: Massimi. VAR: Mariani – Avar: Lo Cicero.

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