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NAPOLI. Conferenza stampa nel pre gara di Europa League con protagonisti gli emblemi del Napoli 2021/2022: Spalletti e Koulibaly , alle prese con il tiro incrociato delle domande che hanno evidenziato come regni la convinzione della forza della squadra, la piena coscienza di essere quelli da battere, la conferma di un gruppo che ha nella serenità e nell’afflato le doti indispensabili per superare ogni tipo di ostacolo.
Dalle istantanee di domenica pomeriggio che hanno campeggiato su ogni ritaglio di giornale e in ogni angolo di internet, al ritiro prima della gara contro il Legia, fortemente voluto, non dalla società ma proprio dagli atleti con una motivazione forte e condivisa: “l’hanno richiesto capitano (Insigne) e comandante (Koulibaly), perché una delle insidie è che qualcuno si alleni meno bene, il livello di qualità va mantenuto anche in allenamento. Se uno non gioca c’è chi ha la reazione corretta e chi abbassa il suo livello, in una rosa di livello come hanno tutte le squadre che puntano alla Champion’s, c’è anche la gestione di queste gare che ti possono dare una mano per gestire il gruppo.”
A prescindere dall’obiettivo in campo nazionale, non possono gli azzurri perdere l’occasione di avvicinarsi al primo posto del girone che, fattore da non sottovalutare, eviterebbe degli spareggi per proseguire il cammino nella competizione europea, non complicando già il percorso tra campionato, Coppa Italia e Coppa d’Africa (argomento scottante a cui sarà necessario dare una risposta concreta, quanto prima agli organi federali). La classifica vede i partenopei relegati all’ultimo posto con un solo punto, guadagnato faticosamente in Inghilterra, mentre gli avversari, compaesani di Zielinski ( non sarà della gara il polaccco ndr), viaggiano a punteggio pieno, mentre inseguono, con quattro punti, gli inglesi, e con tre, i russi.
A far da impiastro, il match all’orizzonte, di domenica pomeriggio, all’Olimpico contro la Roma di quel Mourinho, che appena quindici giorni addietro, nel salutare “Spallettone” (così lo chiamò affettuosamente l’allenatore giallorosso), preferì avvisarlo che non avrebbe potuto vincere tutte le partite, alzando sin da allora il disco rosso per il Napoli allorquando lo avrebbe affrontato. Non sarà turn over, termine odiato dal trainer toscano, che ha ribadito un concetto chiaro, invitante, segnale di uno sprone non comune verso coloro che non trovano spazio nella formazione base, ma che sono titolari a tutti gli effetti: “Questo termine inglese non rientra nel mio vocabolario, risultando offensivo, è un modo di dire che va cambiato. Va ad intaccare il livello di qualità e professionalità dei giocatori di cui parliamo. Perché poi le prime partite le hanno giocate Lobotka, Meret e Manolas, quindi si sceglie dei titolari adatti per vincere questa partita qui. Non ci deve essere nessun altro pensiero. Non ci sono calciatori di serie A e serie B nel Napoli, abbiamo una rosa di grande livello per sopperire a tutte le difficoltà”.
Non accetta, Spalletti, la convinzione generale di far giocare Mertens, Demme, Manolas per necessità di far respirare Osimhen, Anguissa e Rrahmani: “Mertens mica gioca per questo motivo? Mertens gioca perché è un titolare. Diego Demme è un rincalzo? Mica ne devo dire altri. Juan Jesus può sostituire Rui, è veloce e resistente, può anche fare scorribande in fascia. Prendo tutto il tempo per decidere. Faremo le nostre valutazioni assieme a Canonico che è il responsabile dello staff sanitario. Sceglieremo la squadra migliore per vincere. Mertens dal primo minuto? Sì! Dries è importante, abbiamo bisogno di certezze e di leader, solo così possiamo conquistare grandi risultati, lui sa come si opera quando c’è da caricarsi di responsabilità.”
In chiusura non potevano mancare i riferimenti alle vere ragioni di qiesto cammino entusiasmante della squadra: “Il segreto è sempre l’intelligenza dei calciatori. Noi abbiamo a che fare con ragazzi intelligenti, professionisti veri, che sanno i loro obblighi. Non ci può essere un Napoli vincente senza i risultati di squadra”. E sugli avversari che triplicano i loro sforzi per avere la meglio sul Napoli: “Se vuoi ambire ad avere una classifica importante sono cose da gestire. Noi dobbiamo sapere che le squadre che andiamo a incontrare sono motivate dalla nostra classifica. Dobbiamo essere consapevoli e umili da lavorare ancora più in profondità. Viene involontario crederci più bravi quando fai bene, invece bisogna gestire e ragionare al contrario”. E sul calore della piazza: “Siamo costretti ad assorbire l’affetto della gente senza lo stadio pieno. Lo stadio è una spinta in più, ma ti porti sempre dietro l’affetto e l’amore della gente”. Nessuna distrazione, e mettere il risultato al sicuro, quanto prima, non fosse altro per risolvere la gara alla stregua di un allenamento….
Per le probabili formazioni, Spalletti potrebbe optare per lo schieramento 4-2-3-1 oppure per il più offensivo 4-3-3
NAPOLI (4-2-3-1): Meret; Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly, Juan Jesus; Demme, Fabian; Lozano, Elmas, Insigne; Mertens.
NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Koulibaly, Zanoli; Anguissa, Demme, Elmas; Lozano, Mertens, Insigne.
All. Spalletti.
LEGIA (3-5-1-1): Miszta; Jędrzejczyk, Wieteska, Nawrocki; Mladenović, Slisz, Kharatin, Martins, Johansson; Josuè, Emreli.
All. Michniewicz
ARBITRO: Carlos del Cerro Grande (Assistenti: Pau Cebrián Devís, Roberto Alonso Fernández,
4° uomo: Guillermo Cuadra Fernández, VAR: Alejandro Hernández, AVAR: Delajod Willy)
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