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NAPOLI. La memoria dei tifosi, coloro che hanno stampate nella mente tutte o quasi le partite che hanno contrapposto viola ed azzurri, in certe occasioni la si vorrebbe perdere, in quanto l’amarezza di cui fu vittima il popolo partenopeo superò di gran lunga quella della vittoria di Coppa Italia, e neanche la vendemmiata di reti al Franchi come al S. Paolo hanno mai attutito quel dolore: nel campionato dei 91 punti con alla guida Sarri, la Juventus si aggiudicò la gara del Meazza contro l’Inter in quella che è stata da sempre etichettata come la partita decisa da Orsato ( arbitro di quel match, dove il cartellino rosso fu estratto per colpire i padroni di casa e non gli ospiti, vittoriosi, in zona Cesarini, con Higuain ), ed era il 28 aprile 2018. Il giorno successivo il Napoli era di scena a Firenze, arbitro il bergamasco Mazzoleni, rinomato “nemico” degli azzurri, sia in campo che, da qualche anno, maestro di VAR, e dopo l’espulsione, sacrosanta, di Koulibaly, dopo appena sei minuti, i partenopei naufragarono sotto un pesante tre a zero, che li condannò al secondo posto, lasciando via libera ai bianconeri per il tricolore. Nei successivi sei incontri, tra casalinghi e al Franchi, solo un pareggio e due vittorie del Napoli in trasferta, mentre alle falde del Vesuvio, una vittoria gigliata, e due successi dei padroni di casa, con un sonante sei a zero, del gennaio di questo anno, che sancì la fase discendente dell’allenatore Prandelli, licenziato di lì a poco. Questa premessa si è resa necessaria quale segno di allarme per gli uomini di Spalletti, in quanto dopo una “mazzata” come quella registrata poco più di quarantotto ore fa, in Europa League, carnefice lo Spartak Mosca, paragonabile alla delusione del 2018, causata dalla vittoria della Juve a Milano, non vorremmo dover registrare la “fatal” Firenze, visto che il Napoli è atteso da due particolari insidie: la prima è la squadra che sinora ha vinto ben quattro incontri e uscendo soccombente a Roma, contro i giallorossi di Mourinho, ed in casa, contro l’Inter, ma ben figurando in entrambe le sconfitte.
Altro pericolo è la presenza sulla panca dei viola, di Italiano, tecnico emergente, che oltre ad aver salvato lo Spezia al suo primo campionato di A, nella scorsa stagione, ha rivitalizzato una piazza che nonostante il presidente americano Commisso ( noto per il suo “ok” che intercala in ogni frase pronunciata, oltre che per i milioni sborsati a tuttoggi, non inficiando la stabilità economica del club, ed è questo il suo ritornello in ogni intervista, durante le quali auspica un controllo accurato dei bilanci di tutte le squadre penalizzando le società inadempienti ndr) avesse profuso denaro contante e sonante, non aveva mai avuto il piacere di un avvio di torneo così scoppiettante. E il neo tecnico dei viola tanto dispiacere arrecò al Napoli, espugnando il “Maradona” per la prima volta, proprio nel giorno dell’Epifania, nonostante una serie infinita di tiri al bersaglio (porta dello Spezia), realizzando una sola rete con Petagna e subendone due, marcate da Nzola e Pobega: quella gara grida ancora vendetta.
Sei vittorie consecutive chiamerebbero la settima, quindi non deve essere rispettato “il settimo si riposò”, vuoi per cancellare la debacle nella competizione europea, vuoi per ribadire che dopo una partita no ( capitò analoga situazione dopo l’umiliante sconfitta contro il Benevento, in amichevole : era il 6 settembre, i sanniti passeggiarono sulle riserve del Napoli con un sonoro 5-1, ma il giorno 11, avversaria la Juventus, gli azzurri si riscattarono battendo i bianconeri) la voglia di far dimenticare deve caricare i giocatori cari a Spalletti e De Laurentiis, con quest’ultimo che si sta impegnando su due fronti caldi, il rinnovo contrattuale del capitano insigne e la battaglia per non “regalare” i pilastri della squadra, quella linea difesa – centrocampo – attacco, cosituita da Kuolibaly – Anguissa – Osimhen nel prossimo mese di gennaio, quando si assegnerà la coppa d’Africa, con gare che inizieranno ad inizio gennaio, e termineranno con le finali il 6 febbraio ( le nazionali di Camerun per Anguissa, Senegal per Koulibaly, Nigeria per Osimhen hanno le carte in regola per piazzarsi nei primi quattro posti, quindi arrivare alle finali…..). E’ presto per pensarci, ma è già tempo di piantare per bene i piedi in terra per opporsi !
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