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NAPOLI. Paura? Euforia pericolosa? Esaltazione dei più giovani? Stanchezza affiorante? Sottovalutazione dell’avversario? Tanti i quesiti che si affollano tra i pensieri degli entusiasti tifosi partenopei, dopo aver assistito ad uno straordinario recupero del risultato, pur dominando nel gioco, in Inghilterra, e dopo aver apprezzato la naturalezza con la quale si è sbarazzata dell’Udinese, ma, giova ribadirlo, non sembra un fuoco di paglia il Napoli targato Spalletti, appoggiando questa tesi osservando la disposizione della squadra che ha trovato, nella prime gare, il ruolo idoneo per Lobotka, da tempo ricoperto dalla naftalina di produzione Gattusiana, poi infortunatosi, e inserendo in maniera brillante, convincente.
L’ultimo acquisto Anguissa, che è sembrato un misto tra Allan, incontrista come pochi, Bakayoko, nelle conclusioni dalla media e breve distanza, e Ciccio Romano, centrocampista acquistato da Pierpaolo Marino durante il campionato 1986/87, che operando tra Bagni e Di Napoli, alle spalle di Maradona, garantì quell’iniezione necessaria per vincere lo scudetto ( Il Napoli era rimasto senza regista per la partenza di Pecci e mancava un riferimento centrale).
Di certo la gara di Genova nasconde insidie, e si ritorna nello stadio dove gli azzurri hanno stentato ad avere la meglio, contro i rossoblu allenati da Ballardini, per alcune amnesie difensive e solo grazie agli innesti di Ounas e Petagna, nell’ultimo quarto d’ora, benedicendo la “testata” di quest’ultimo, per incocciare un delizioso cross, su calcio piazzato, di Mario Rui ( noto per il “dalla a Mario” ripetuto dal trainer dalla panchina ), diventato un suggeritore con i fiocchi ( anche ad Udine dal suo fatato sinistro sono partiti il lancio per Insigne in occasione della prima segnatura attribuita ad Osimhen dopo il pallonetto del capitano, ed il passaggio a Lozano, autore del quarto gol ndr).
Napoli: Novità sostanziali non ne dovrebbe apportare l’allenatore partenopeo, confermando, in blocco, il reparto difensivo fidandosi ciecamente del duo Rrahmani-Koulibaly, lasciando in panca Elmas, per far prendere nuovamente confidenza con i colleghi di centrocampo, Ruiz ed Anguissa, il polacco Zielinski, sembrato ancora non recuperato appieno nel match disputato a Leicester ( certi errori in fase conclusiva non gli appartengono ndr).
Sulle fasce Politano ed Insigne determineranno la momentanea esclusione di Lozano, utile a partita in corso, così come Ounas e Petagna, se la partita non dovesse prendere la piega che tutti desiderano, essendo ritenuti, dagli addetti ai lavori, i calciatori adeguati per cambiare ritmo e dare impulso con rapidi cambi di marcia alla manovra d’attacco. Attacco dove campeggerà la figura esile, longilinea, scattante, imprevedibile, di Victor Osimhen, oggetto di elogi sperticati, e mina vagante sul fronte offensivo, che sarà inevitabilmente sottoposto al controllo spietato dei difensori della Sampdoria.
Sampdoria: tra i padroni di casa, vengono monitorati Adrien Silva e Thorsby, usciti claudicanti dal match di domenica a Empoli, ma c’è discreto ottimismo per i loro recuperi lampo. Mister D’Aversa a centrocampo tiene pronti Askildsen ed Ekdal. Sulle fasce confermati Candreva e Damsgaard. I terzini Bereszynski e Augello restano tallonati da Depaoli e Murru.Coppia centrale affiatata e consolidata formata da Yoshida e Colley.
Avanti il tecnico dovrebbe affidarsi a Quagliarella e Caputo, e sarà comunque pronto a subentrare, in caso di infortunio o sopravvenuta stanchezza, Torregrossa. Due vittorie consecutive in trasferta sono un toccasana per le ambizioni, che il club azzurro non sembra nascondere!
SAMPDORIA (4-4-2): Audero; Bereszynski, Yoshida, Colley, Augello; Candreva, Ekdal, Askildsen, Damsgaard; Caputo, Quagliarella. All. D’Aversa
NAPOLI (4-2-3-1): Ospina; Di Lorenzo, Rrahmani, Koulibaly, Mario Rui; Anguissa, Fabian Ruiz; Politano, Zielinski, Insigne; Osimhen. All. Spalletti
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