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Insigne concede il bis, gli attori sempre gli stessi: era il 3 marzo 2019, si gioca al S. Paolo, la Juve va in vantaggio di due reti dopo l’espulsione di Meret ( inesistente il fallo del portiere su Ronaldo, ma arbitra Rocchi, quindi….), segna Callejon, e, chissà come, penalty per gli azzurri.

Sul dischetto Insigne, di fronte gli si para Szczesny, il capitano angola troppo e colpisce il palo, sfuma il pari. Ieri, la situazione si ripete, i bianconeri sono in vantaggio grazie ad una carambola su angolo di Bernardeschi, con la sfera che sbatte su Bakayoko e termina sui piedi del portoghese, che a due passi dalla porta non ha difficoltà ad insaccare, ma il Napoli ci crede e, dopo aver atteso per oltre mezz’ora della ripresa, nella propri metà campo, nella speranza di colpire con le ripartenze ( ma la velocità della manovra dove era finita?) si catapulta verso l’area di rigore avversaria ed in un controllo del pallone da parte di Mertens in area juventina, è McKennie a calciare la sfera ma colpisce in pieno la caviglia del belga: fallo evidente e lampante che il solo Valeri ( non dimentichiamo l’espulsione di Bakayoko durante Napoli-Milan del campionato in corso, e sottolineiamo come lo stesso fallo, commesso da Kulusevski a Mario Rui (19′ di gara) sia passato sotto silenzio..) non vede, ma fortuna (!) che il VAR sia Di Bello, forse uno dei pochi a non avere riguardo per la Vecchia Signora, tempestivo nel richiamare il quarantaduenne arbitro romano ( sarebbe il caso di lasciare spazio ai giovani…) ed a farlo ritornare sui suoi passi, invitarlo a non mettere gli occhiali, ed andare al monitor per decretare un penalty, visto che anche ad occhio nudo ed a velocità normale non poteva sfuggire un fallo del genere, occorso a pochi passi dal Direttore di gara. Ritorniamo ai corsi e ricorsi storici, analoga situazione di due anni addietro, Szczesny da una parte e Insigne dall’altra, rincorsa dal limite, piattone di destro, il portiere da una parte, la palla dall’altra, ma nemmeno a colpire il palo, fuori!

Non commuovono le lacrime dell’uomo di punta dei partenopei, al termine del match, inquadrate impietosamente dalle telecamere di mamma RAI, perchè è davvero difficile ingoiare un boccone così amaro, soprattutto alla luce di due interventi, che hanno dell’incredibile, del portiere polacco, su colpo di testa in volo del messicano Lozano, con la palla che sbatte sul guantone della mano sinistra, e quando si ritrova a respingere con le gambe, una deviazione di Chiellini, con la sfera che poteva finire la sua corsa in rete, dopo l’ultima disperata conclusione di Politano.

Niente da fare, per gli azzurri la Juventus rimane un taboo, e se andiamo indietro con la memoria non possiamo non ricordare l’autorete di Koulibaly in un finale di partita allo Stadium, dopo aver recuperato tre reti ai bianconeri. olo la finale di coppa Italia dello scorso giugno, consentì un sorriso ai flegrei, ma quanta sofferenza ai rigori….

Rigori felici allora, rigore che ha il sapore di un auto condanna, ma il pensiero, per la rabbia, non può non andare alle leggerezze di fine anno di Osimhen, che con la difesa ormai logora della squadra di Pirlo sarebbe andato a nozze grazie alla sua corsa da gazzella, ma inutile pensare a ciò che non è stato, di obiettivi e di trofei ve ne sono ancora disseminati lungo il percorso, ed è ora che bisogna ritrovare serenità e, soprattutto ciò che manca in attacco.

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