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NAPOLI – Con i pollici che si battono l’uno contro l’altro, con una irrequietezza che contrasta con il suo spirito battagliero, sia da giocatore che da allenatore, il tecnico azzurro mostra sino in fondo quanto ci tenga a questo passaggio di turno, trovando anche il modo di chiudere la conferenza stampa di presentazione della gara con un ” fatevi i ca..i vostri” nell’attimo in cui un collega gli rivolge la domanda inerente lo scambio di documenti per l’agognata, fortemente voluta dal presidente, meno da chi difende gli interessi del barbuto trainer, firma sul contratto che lo legherebbe al Napoli per un bel pò.
Le domande vertono sostanzialmente sullo spirito combattivo che la squadra dovrà trascinare sul terreno di gioco dell’impianto che non si affiderà più ad un santo, ma al “King” che vigila, dagli spalti, con la sua immagine, e dal cielo con l’illuminazione che ha regalato ad Insigne negli ultimi 180 minuti, coincisi con due vittorie sonanti e con prove convincenti anche sotto il profilo del gioco.
Zielinski che lo accompagna nel rito previsto dall’UEFA nelle ventiquattro ore precedenti la gara, si sofferma sul ruolo che gli ha affidato ultimamente l’allenatore, quella posizione di “sotto punta”, come viene definito chi giostra alle spalle degli attaccanti: ” La posizione di tre quartista voluta dal mister è da me serenamente accettata, anche perchè è il ruolo da me preferito e che si addice pienamente alle mie caratteristiche, in definitiva è una vicendevole soddisfazione”.
L’avversario si presenta con credenziali leggermente appannate, per via dei due pareggi nelle ultime gare, e avendo perso la posizione di capoclassifica a vantaggio dell’Atletico che lamenta ancora due partite da giocare: ” Le mancheranno due elementi di valore, ma non sottovalutiamo le loro potenzialità -afferma senza mezzi termini, Gattuso – sarà dura, se non affronteremo il match con il coltello tra i denti.” Insigne sembra abbia recepito i suoi messaggi sul comportamento fuori dal campo: “Non mi permetterei di esprimere giudizi sull’operato del calciatore, se non dopo aver parlato della questione direttamente con lui: non utilizzo i media per mandarle a dire. Deve sorridere, non per i gol, tra l’altro fantastici, ma deve essere impeccabile sempre, comportarsi in un certo modo, dentro come fuori dal campo. Si è valorizzato da solo, l’ho aiutato a crescere, grazie al rapporto schietto intessuto con lui.”
La mentalità del team è quella giusta? “la qualità dei giocatori è buona, così come il gioco, purtroppo ci manca il superare dei momenti di difficoltà quando non siamo in possesso del pallone. Miglioreremo, ne sono certo, ma ora lasciatemi andare perchè la vigilia è quella che mi elettrizza più di tutto.” Maglia albiceleste? Sarà difficile in quanto si confonderebbe con la tenuta degli spagnoli, comunque c’è il battesimo dello “Stadio Maradona” ed un dispetto a “lui” non si può farlo…..
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