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CROTONE – NAPOLI  0 – 4

CROTONE: Cordaz 5, Cuomo 5, Marrone 6, Luperto 6, Pereira 5 (86′ reti al passivo Henrique s.v.), Molina 6,5 , Petriccione 4, Benali 6 (36′ Vulic 5,5, Reca 5, Messias 6, Simy 5 (86′ Dragus s.v.).In panchina: Festa, Golemic, Magallan, Crociata, Rojas, Zanellato, Djidji, Siligardi, Riviere.Allenatore: Giovanni STROPPA 6

NAPOLI: Ospina 6,5 , Di Lorenzo 6, Manolas 5, Koulibaly 5,5 (83′ Maksimovic s.v.), Rui 5,5 , Bakayoko 6 (78′ Lobotka 6), Demme 7, Zielinski 6,5 (69′ Mertens 6,5) , Lozano 6,5 (78′ Politano 5,5), Petagna 6 , Insigne 7 (78′ Elmas 6).In panchina: Meret, Contini, Ruiz, Llorente, Ghoulam.Allenatore: Gennaro GATTUSO 6,5

Arbitro: Marinelli di Tivoli 6,5Guardalinee: Costanzo e Rossi. IV Uomo: Massimi. VAR: Nasca Avar: Del GiovaneMarcatori: 31′ Insigne (N), 58′ Lozano (N), 76′ Demme (N), 91′ Petagna (N)Note: terreno reso pesante dalle piogge copiose della giornata. Spalti vuoti. Ammoniti: Koulibaly (N), Cuomo (C), Pereira (C), Reca (C), Lobotka (N), Politano (N). Calci d’angolo 4 a 1 per il Crotone. Recuperi: 2′ e 3′.

CROTONE. Concede il bis il Napoli, sempre in tenuta albiceleste, sia alla vittoria che al risultato, rimettendosi in cammino in campionato, tallonando le milanesi, e lasciandosi dietro Sassuolo e Roma, garantendo, almeno ciò che chiedeva insistentemente Gattuso, la continuità, ma non tutti i reparti hanno funzionato a dovere. Nella prima mezz’ora i calabresi hanno giostrato con una fitta serie di passaggi nella metà campo partenopea e, solo in contropiede il Napoli si è reso minaccioso, nonostante l’avvio sprint grazie ad una conclusione di Petagna dal limite, dopo aver superato due avversari, di potenza ma imprecisa di poco.

Non è, il fanalino di coda della graduatoria, una squadra rinunciataria, tutt’altro, a conferma che sul proprio campo, non fungono da sparring partner, ma attaccano, cercando di giocarsela con agonismo e tecnica, pur sapendo che il divario dovrebbe renderli inefficaci. Ed ha ancora ragione il trainer azzurro quando sottolinea che il desiderio di essere in campo mette le ali agli atleti che non vogliono far panchina, e Petagna e Lozano sono scatenati ìal centro dell’attacco, il primo, e sulla destra il secondo, ma è sempre il capitano ad illuminare la scena, come al 24′ quando Insigne scodella un pallone per il “bulldozer” che sistemata la sfera per calciare a colpo sicuro, trova sulla sua strada Cordaz, ed ancora una volta, come accaduto nelle gare da lui giocate, non riesce a superare l’estremo difensore, segno della matta voglia di essere utile alla squadra, che va a litigare con la tranquillità che deve avere la meglio sulla frenesia.

Nella serata, falcidiata dalla pioggia, la coppia centrale difensiva non si esibisce nel suo solito clichet, e nonostante la scarsa vena del duo Simy – Messias, rischia molto sulle fasce, e Benali, in gran spolvero, spesso mette agitazione sul settore sinistro, mentre Molina è colpevolmente lasciato libero sulla destra dell’attacco del Crotone, lanciando palloni in area, come al 37′ trovando libero Vulic che al volo impegna severamente Ospina. E la differenza, per assistere alla “passeggiata” in terra calabra?  Un ritrovato Zielinski, e la Maradonite che ha pervaso Insigne sono gli ingredienti per servire una nuova meraviglia del capitano, che, come contro la Roma, avvia la goleada con un tocco di destro a giro che gli fa tornare il sorriso, che deve far da contrasto al “musone” affibiatogli da Gattuso: Di Lorenzo dalle retrovie vede libero all’altezza del centrocampo Zielinski, che toccato il pallone con la sua rinomata classe, supera Cuomo con un tunnel e vede Insigne libero sulla sinistra, quattro tocchi di destro di quest’ultimo per evitare l’avversario e mirare l’angolino alla sinistra di Cordaz, superato dal tocco a giro, diventato il marchio distintivo delle sue segnature. Al rientro in campo, il team allenato da Stroppa provvede al “harakiri”, sfuggito al direttore di gara, ma non a Nasca, VAR per l’occasione, che gli segnala un intervento da kamikaze ad opera di Petriccione su Demme, ed il tentativo, già di per sé sterile nel primo tempo, di impensierire gli ospiti diventa proibitivo per non dire nullo: il Napoli maramaldo trova spazi e gloria un po’ per tutti, sia con Demme, che è risultato il migliore dettando legge a tutto campo, offrendo a Bakayoko e Zielinski opportunità sempre maggiori per gestire il gioco a centrocampo, sia con Lozano che ha arato letteralmente la fascia destra, peccando nella prima fase, solo di scarsi rientri per difendere proprio dove si rendeva pericoloso il Crotone.

Mette a segno il raddoppio, grazie ad altro “taglio” della ditta Insigne, e va a riposarsi per essere in forma, giovedì prossimo, quando non si può fallire il primo obiettivo della stagione, la qualificazione ai sedicesimi, tenendo presente che la Real Sociedad, forse perché già concentrata sul match di Europa League, non ha agganciato la vetta della “Liga” pareggiando con l’Alaves, compagine di metà classifica. La quarta rete è soddisfazione per tutti, allenatore compreso, per due validi motivi: Mertens che fornisce il secondo assist della gara, dopo aver favorito la marcatura di Demm, e la gioia di Petagna che sembra uscire da un incubo, nel momento in cui scarica tutta la rabbia per il gol che non lo premiava, sul pallone che va a gonfiare la rete. Il tecnico, a fine gara elogia tutti, ma ha parole dolci per gli avversari, memore dei suoi natali…”

Il rosso a Petriccione ci ha favorito, il passivo simile non lo meritava, anche se alcuni uomini della rosa che ho a disposizione fanno la differenza tecnica.” E la chiosa su questo particolare non sorprende alcuno, perché manifesta la sua onestà quando si discute del calcio di oggi paragonato a quello che lo ha visto interprete con pantaloncini e scarpette: “Non voglio calciatori che somiglino a me, ne voglio di tecnici: se ci sono giocatori che mi somigliano non li faccio giocare perché da allenatore cerco un calcio diverso, volto a creare la superiorità numerica, con il palleggio. Quello che oggi chiedo ai ragazzi io non ero in grado di farlo e probabilmente avrei fatto tanta panchina, comunque non rinnego il mio passato.”

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