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VERONA  –  NAPOLI  0  –  2
VERONA: Silvestri 5,5 , Rrhamani 5, Kumbulla 6, Empereur 6, Faraoni 5, Amrabat 6,5  (84′ Stepinshi s.v.), Veloso 5,5, Lazovic 5 (84′ Di Marco s.v.), Zaccagni 5,5 (70′ Salcedo 5), Verre 5 (77′ Pessina 5), Di Carmine 5 (70′ Pazzini 5).
A disposizione: Radunovic, Berardi, Badu, Bocchetti, Felippe Martello, Gunter.
All. Ivan Juric 5
NAPOLI: Ospina 6,5 , Di Lorenzo 6,5 , Maksimovic 7, Koulibaly 7, Hysaj 6,5 (67′ Ghoulam 7) Allan 6 (66′ Ruiz 6,5), Demme 6 (72′ Lobotka 6), Zielinski 7,5 , Politano 6 (84′ Lozano 6), Milik 6 (72′ Mertens 6), Insigne 7.
A disposizione: Meret, Rui, Callejon, Llorente, Elmas, Luperto, Younes.
All. Gennaro GATTUSO 6,5

Arbitro: Pasqua di Tivoli – Guardalinee: Tolfo e Prenna – Quarto uomo: Prontera VAR: Mariani – Avar: Paganessi

Marcatori: 38′ Milik (N), 90′ Lozano (N)
Note: terreno in discrete condizioni in una serata dal caldo afoso. Spalti vuoti come da consuetudine.
Ammoniti: Faraoni (V), Koulibaly (N).

Calci d’angolo 7 a 5 per il Verona.
Recuperi: 4′ e 6′. Due coolink break, uno per tempo.

VERONA. I dubbi che avevano affollato la mente dei tifosi, al momento dell’avvicendamento di Ancelotti con Gattuso, sono dissipati dopo sette partite consecutive senza sconfitte, a valle di una finale di Coppa, vinta ai danni di una Juve annichilita, non dimenticando l’avvio della avventura con gli azzurri, con delusioni una dopo l’altra, tra le mura amiche come lontano da esse: ora ha in pugno tutti i calciatori, ma proprio tutti, non escludendo alcuno, e la prova contro il Verona ha testimoniato questo tassello, per niente trascurabile, messo con sagacia nel mosaico partenopeo, involontariamente demolito dal “re Carletto”.

Ghoulam e Lozano, sistemati con decisione dal duo Giuntoli- De Laurentiis nell’elenco dei sicuri partenti, pur non giocando da tempo, hanno dimostrato di essere utili alla causa del Napoli, e non appena sono stati chiamati a rendersi partecipi alla battaglia contro la squadra che gioca in maniera spumeggiante, coprendo con velocità buona parte del terreno di gioco, sono stati determinanti, il primo, ritornando ai livelli di fluidificante di sinistra, con capacità offensive che ne avevano caratterizzato la spinta su quella fascia, il secondo, allontanato dal campo durante un allenamento per mancanza di impegno, addirittura segnando e mancando il raddoppio per un niente.

Merito dell’allenatore, capacità del tecnico di aver decretato per ognuno lo spazio per operare senza aver paura di essere non considerati, intuito di utilizzare le sostituzioni senza temere di snaturare il gioco della squadra, offrendo la certezza di aver individuato le caratteristiche di ognuno: qualcuno lo accusa di catenaccio, contraddicendo le idee di schemi di gioco che affollano le sue interviste, ricche di gioco offensivo, ma pochi gli riconoscono che ogni partita è studiata nei particolari, avendo avuto modo di osservare gli avversari e di costruire un vestito a misura per i suoi atleti, bloccando le fonti di gioco degli antagonisti, e prova evidente è stata la gara del Bentegodi. Demme che blocca Verre, Zielinski che controlla l’inesauribile Amrabat, risultando al termine dei novanta minuti, il migliore degli azzurri, Zaccagni e Lazovic non pungono come al solito, ed il merito è degli uomini di fascia, con Di lorenzo e Politano da un lato e Hysaj dall’altro, mentre al centro Di Carmine va a sbattere contro i giganti del duio centrale, ancora una volta insuperabili, con Koulibaly che “morde” chiunque si aggiri dalle sue parti, e per capire come il senegalese abbia ripreso la forma che lo ha contraddistinto quale miglior difensore in Italia come in Europa, è bastato ascoltare la reazione verbale nell’attimo in cui ha banalmente perso un pallone sulla fascia, un urlo di disappunto che è la prova di come sia concentrato in ogni azione di gioco, nonostante la distanza dalla propria area di rigore.

LA CRONACA. Una lunga fase di studio, con gli scaligeri che provano ad adottare la fase di pressing alto per scompaginare l’ordinata disposizione del Napoli, ma poca fatica per i partenopei che rintuzzano ogni tentativo di sfondare sul lato sinistro dell’attacco degli uomini di Juric, e solo una serie di errori porta Faraoni a colpire al volo da posizione vantaggiosa ( 22′), e la conclusione, errata, diventa un assist per Verre che, di petto, riesce a mandare la sfera oltre la traversa da due passi. Unico pericolo per la retroguardia azzurra, fatta eccezione per la chance, sempre per Faraoni (29ì8′), che di testa non inquadra la porta difesa da Ospina, anche lui deciso a riprendersi il numero uno, nonostante non abbia partecipato alla vittoria di Coppa Italia, e che si disimpegna, ma come lavoro ordinario, su una conclusione di Di Carmine, entrato in area, spostato sulla sinistra, tiro che gli sporca solo i guanti. Giunge il momento di colpire, e l’angolo da cui spiove il cross, òpartito dal piede fatato di Politano, nasce da un’avanzata di demme sul settore sinistro, rimapllata in corner da Amrabat. La testa del gigante Milik non si fa trovare impreparata per l’impatto sul traversone proveniente dalla bandierina e, lasciato solo, al limite dell’area del portiere, non fallisce (38′), per potenza e precisione, a spedire il pallone in rete, rendendo vano il volo di Silvestri. Reazione scontata del verona che si esaurisce con una bordata di veloso dal limite dell’area, ed ancora una volta Ospina mostra di essere pronto anche ad inarcarsi per rispedire il pallone oltre la traversa. In definitiva a fine primo tempo il Napoli risultava poco incisivo in fase offensiva registrando solo tre conclusioni, considerando anche il tiro di Zielinski (18′) che Silvestri aveva respinto a terra di pugno. La ripresa può chiudere il discorso già al 1′, grazie ad un errore di faraoni che apre una prateria per allan, ma Silvestri respinge la botta a colpo sicuro del brasiliano. Il Napoli aspetta per ripartire, Ospina si difende con un uscita ad anticipare, in tuffo, Di carmine, ma si arrende al 61′, quando dalla sinistra una funambolica giocata di Zaccagni, con il tacco, consente al veronese di lanciare la sfera in area per il colpo di testa vincente di Faraoni: sembra fatta, ma sin da sùbito i difensori avevano alzato le braccia per segnalare un colpo di mano dell’esterno sinistro scaligero. Pasqua sembra convinto dell’assegnazione della rete, ma è l’attento VAR Mariani che lo richiama al monitor, dove l’arbitro tiburtino si avvede del “non visto” e segnala con ampi gesti la ripresa del gioco con un calcio piazzato per il Napoli.

Le sostituzioni rendono sempre più forte ed in palla il Napoli, che non soffre i timidi tentativi del Verona di riprendere il risultato, anzi impensierisce Silvestri con insigne ( 81′) con il suo solito colpo di genio, la palla a giro, ma la mira è alta ed all’89’, ma Silvestri si supera, deviando in angolo la conclusione indirizzata all’incrocio dei pali. Il conseguente corner determina il ritorno al gol di Lozano, di testa, su cross al bacio del rinato Ghoulam, anche se la sua elevazione si avvale dell’appoggio sulle spalle di Faraoni, ma ormai la partita non poteva  avere, a prescindere, altro risultato che la vittoria degli uomini di Gattuso. Due calci piazzati e Verona che arresta la sua corsa verso l’Europa, ma ormai il Napoli anche da fermo riesce ad avere la meglio su avversari pimpanti e sempre pericolosi con le grandi ( la Juve rammenti che nella città dell’Arena era incappata in una storica sconfitta…). Quando si dice a Napoli che “mazz’ e panell’ fann’ i figli bell!” questo detto vale per il tecnico di Corigliano, che con i suoi metodi “vivaci” riesce ad ottenere sempre il meglio da tutti, e, lo ripetiamo, da tutti….!

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