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SASSUOLO: Pegolo 5, Muldur 6,5 , Marion 6,5 (51’ Romagna 5), Peluso 6, Kyrtakopoulos 6,5 , Obiang 5, Locatelli 6,5 , Duncan 6,5 (64’ Djuricic 5), Traorè 7, Boga 5 (82’ Magnanellis.v.), Caputo 5.
In panchina: Turati, Russo, , Rogerio, Raspadori, Ferrari, Tripaldelli, Mazzitelli, Oddei, Bourabia.
All. Roberto DE ZERBI 6
NAPOLI: Meret 6,5 , Di Lorenzo 6, Manolas 6, Luperto 5 (46’ Hysaj 6), Rui 5,5 , Allan 7, Ruiz 4 (70’ Elmas 6), Zielinski 5,5 , Callejon 6, Milik 6,5 (76’ Mertens 7), Insigne 5.
In panchina: Ospina, Daniele, Llorente, Lozano, Elmas, Mertens, , Younes, Gaetano, Leandrinho.
All. Gennaro GATTUSO 6,5
Arbitro: Chiffi di Padova 6 – Guardalinee: Liberti e Bresmes – Quarto uomo: Dionisi – VAR: Valeri – Avar: Vivenzi
Marcatori: 29’ Traorè (S), 57’ Allan (N), 94’ Obiang (aut. S)
Note: terreno in ottime condizioni in una serata tipicamente invernale. Spettatori presenti circa diecimila con nutrita rappresentanza ospite. Ammoniti: Rui (N), Traorè (S), Elmas (N), Locatelli ( S). Corner 11 a 6 per il Napoli. Recuperi: 1’ e 4’.
REGIO EMILIA. “Veni, vidi, vici”, missione compiuta! Come? Con quali caratteristiche? Con quali alchimie? Semplicemente con la forza della disperazione, con quella grinta, con quella determinazione, venute in soccorso solo, e meno male, nell’ultima mezz’ora di gioco, quella che fa séguito alla marcatura del redivivo Allan, su un’invenzione di Zielinski e ad un velo, quanto mai opportuno, di Milik: il brasiliano, alla stregua di un navigato attaccante, riesce a girarsi al limite dell’area e tra quattro avversari fionda a rete, nel sette, per un gol impareggiabile, proprio per la scossa che fornisce all’ambiente. Sembra che il Napoli abbia ingurgitato una porzione di rivitalizzante, al punto che imbocca la via che aveva smarrito per due lunghi mesi, riuscendo a scardinare la porta degli emiliani, allo scoccare del quarto minuto di recupero, sulla battuta dell’undicesimo corner, con Insigne che mette il pallone in area, toccato di testa da Di Lorenzo, per l’accorrente Elmas, anticipato da Obiang, che non riesce ad evitare che la sfera termini in rete ( se non l’avesse toccata, comunque il macedone a pochi centimetri dalla linea di porta l’avrebbe comunque depositata alle spalle di Pegolo). L’entusiasmo trascina tutti, da Giuntoli che si abbraccia a Gattuso, dal popolo azzurro, sistemato proprio dietro la porta che ha segnato la rinascita (almeno lo si spera) dei partenopei, ai calciatori che si accalcano portando quasi in trionfo Callejon, si assiste ad una festa, quasi si fosse vinta una coppa o il tricolore. Giustificata questa esultanza, per scaricare quella rabbia accumulatasi in settimane ricche di amarezze, di delusioni, di stravolgimenti sulla panchina, di incomprensioni, queste la vera causa di risultati mancati, tra presidenza ed atleti: non occorre dare meriti al solo allenatore, ma coinvolgere in questa “svolta”, il massimo dirigente che con la sua presenza al fianco dei calciatori ha dimostrato di voler abbandonare le vie giudiziarie per far “pagare” la reazione inconsulta del dopo Salisburgo, la pazienza dei giocatori che hanno accettato di “ragionare” sui termini del rinnovo contrattuale, i tifosi, decisi a non mollare, convinti di poter risalire la china, insomma tutti, nessuno escluso, hanno apposto la loro firma per la “resurrezione” del Napoli. Cosa ci si attende a valle di questo successo, toccasana per l’ambiente? Che Gattuso faccia ordine a centrocampo, dove al ritrovato Allan (il simbolo della tenacia e della carica) non fanno da “compari” né il Ruiz né tanto meno Zielinski, dal rendimento alterno, nel corso della partita, provare e riprovare il tridente, con Mertens ed Insigne, quest’ultimo ancora in bambola, fatta eccezione per una furbesca conclusione e per un tiro respinto sulla linea, confermare Milik al centro dell’attacco, sperando che gli arrivino più palloni giocabili e non risalire fino a metà campo per partecipare alla manovra, recuperare, indispensabilmente, una retroguardia che ha vacillato nel primo tempo, al punto di dover ringraziare un po’ la precipitazione degli attaccanti avversari e la bravura di Meret ( anche lui, dopo il gol del vantaggio, è corso ad abbracciare il tecnico) per non aver incassato altre reti. Koulibaly deve ritrovare la forma ( ha il tempo, stante la pausa natalizia) e poi il còmpito più delicato è nel fiuto di Giuntoli, che dovrà sistemare alcune falle, convincendo ADL ad investire, non solo per l’immediato ma anche in prospettiva, affinchè giovani talenti ed esperti calciatori facciano risplendere il sole sul futuro del Napoli.
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