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NAPOLI (4-3-3): Meret 6,5 , Di Lorenzo 6, Manolas 6, Koulibaly 5 (5’ Luperto 5,5), Rui 6, Ruiz 5,5 , Allan 5 (63’ Mertens 6), Zielinski 6,5 , Callejon 5, Milik 6,5 , Insigne 5 (79’ Lozano s.v.).
A disposizione: Ospina, Karnezis, Llorente, Elmas, Hysaj, Younes, Gaetano, Leandrinho.
Allenatore: Gennaro GATTUSO 5
PARMA (4-3-3): Sepe 6,5 , Darmian 6,5 , Iacoponi 6, Alves 7, Gagliolo 6,5; Hernani 6,5 , Brugman 6, Barillà 6 (66’ Grassi 6), Kulusevski 7, Cornelius 6 (17’ Sprocati 6 ( 77’ Pezzella 6)), Gervinho 7.
A disposizione: Colombi, Alastra, Dermaku, Grassi, Laurini, Adorante, Sprocati. Pezzella.
Allenatore: Roberto D’AVERSA 7
Arbitro: Di Bello di Brindisi 5,5 – Guardalinee: Bottegoni-Imperiale – Quarto uomo:Marinelli
VAR Fabbri AVAR Valeriani.
Marcatori: 4’ Kulusevski (P), 64’ Milik (N), 93’ Gervinho (P)
Note: terreno in discrete condizioni in una serata dalla temperatura rigida. Gara iniziata con mezz’ora di ritardo per consentire alle squadre dei Vigili del fuoco di eliminare il materiale pericolante presente sulla copertura dello stadio a causa dei danni causati dal maltempo delle ultime ventiquattro ore. Spettatori presenti intorno alle ventimila unità. Ammoniti: Gervinho (P), Gagliolo (P), Mertens (N), Milik (N). Calci d’angolo 11 a 1 per il Napoli. Recuperi: 2’ e 4’.
NAPOLI. Arrivare quarti per accedere alla Champion’s? La grinta di Gattuso solleticherà i calciatori azzurri? E meno male che il Rino voleva raggiungere il dieci per cento della carriera di Ancelotti, sottolineato dalla soddisfazione del Presidente che sorrideva pensando di essersi liberato del malessere della squadra, addossando al buon Carletto la mancanza di risultati ed il non aver individuato l’undici titolare da schierare in ogni partita, rifacendosi all’epoca di Sarri, che, invece, era sistematico nel far giocare sempre gli stessi ( accusandolo, sempre ADL, di non valutare appieno gli altri atleti, depauperando il capitale calciatori…). Ed ora, dopo un altro black out, è il terzo stagionale tra le mura amiche, cosa inventerà il “patron”? Tutti in vendita? Non meraviglierebbe un atteggiamento simile da parte della famiglia De Laurentiis, che ha sempre in mente di programmare, ma sul più bello, cioè quando occorre riflettere e non farsi prendere dalla frenesia di imboccare un’altra strada, ti sconvolge per decisioni (anche quella del ritiro prolungato, nonostante la buona prestazione contro il Salisburgo) che creano scompensi nell’ambiente, e contribuiscono ad avvelenare il clima tra tifosi, giocatori e staff societario. Sono bastati pochi minuti per capire che il Napoli non c’è con la testa, non ragiona, commette errori banali, è in confusione, segno che non c’era necessità di “cacciare” Ancelotti, perché anche il solo spostamento di Allan, leggermente arretrandolo, ha determinato un disequilibrio che ha causato sofferenza, non solo nel risultato, ma anche nel gioco. Tanta buona volontà, nulla di più, e nemmeno le urla del “Ringhio” hanno sortìto dei passi in avanti. Come i gamberi si sono fatti diversi passi indietro, il centrocampo ha patìto l’aggressività e la velocità delle ripartenze dei ducali, l’attacco ha evidenziato che sull’out sinistro ( che bei ricordi quella catena formata da Ghoulam ed Insigne, con gli inserimenti di Hamsik…), Insigne non ritrova se stesso neanche con il suo avanzamento nel 4-3-3 che Gattuso ha riproposto, mentre sul fronte opposto Di Lorenzo ha trovato scarsa collaborazione in Callejon, sempre più lontano dal rendimento superiore alla sufficienza, cui ci aveva abituato negli anni scorsi. Le dolenti note, a centrocampo, dove il solo Zielinski sputa sangue, trovando scarsa intesa con Ruiz, più legato a trattenere il pallone che partecipare alla manovra. E se ci si mette anche Koulibaly, autolesionista fino all’inverosimile, prima ciccando il pallone, poi infortunandosi per rincorrere Kulusevski, abile ad infilare Meret in uscita, per poi rimanere allibiti sullo scivolone di Zielinski, che lascia campo a Gervinho sul quale non chiude Rui, ma anche Luperto ci mette del suo, correndo su Kulusevski, insieme a Rui, lasciando libero l’ivoriano, che riceve il pallone solo per depositarlo in rete. La sostituzione di Allan con Mertens ha il merito di dare vivacità alla sterile manovra partenopea, e il passaggio finale per Milik, che di testa supera Sepe, è il terminale di un’azione corale con il pallone che passa attraverso i piedi di tutta la squadra, fatta eccezione per il portiere, Rui ed Insigne, sviluppandosi tra centrocampo e settore destro dell’attacco azzurro. Poco altro targato Napoli, se non molte conclusioni dalla distanza di Zielinski, imprecise, di Mertens, anch’esse vicine al bersaglio, ma non da impensierire Sepe, ed un’opportunità gigantesca per Insigne che fallisce da pochi passi, meritando appieno, anche per una prestazione insignificante, i fischi che il pubblico gli riserva all’atto della sostituzione con Lozano, anche lui sempre più avulso, anche per determinazione, dagli obiettivi minimi della partita. Cosa aspettarsi dall’immediato futuro? Chiarezza, solo chiarezza, tanta chiarezza da parte della società, per sapere, una volta per tutte, se nella mente di ADL frulla il pensiero di raggiungere qualche obiettivo, oppure accontentarsi sempre di quello che passa il convento, ed al momento sembra trattasi di pane ed acqua !
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