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NAPOLI – BOLOGNA 1 – 2
NAPOLI: Ospina 6, Maksimovic 5,5, Manolas 6, Koulibaly 6, Di Lorenzo 5,5, Ruiz 6, Elmas 5 (65’ Mertens 6), Zielinski 5,5, Lozano 5 (82’ Younes s.v.), Llorente 6, Insigne 7
In panchina: Meret, Karnezis, Rui, Callejon, Luperto, Mertens, Hysaj, Younes, Gaetano.
All. Carlo ANCELOTTI 5
BOLOGNA: Skorupski 6,5, Tomyasu 6,5, Bani 6, Danilo 6, Denswil 6, Dzemaili 6,5, Medel 5,5 (63’ Svanberg 6,5), Poli 6,5, Orsolini 5 (46’ Olsen 6,5), Palacio 6 (84’ Destro s.v.), Sansone 6,5.
In panchina: Da Costa, Sarr, Paz, Krejci, Mbaye, Corbo, Juwara, Schouten.
All. Sinisa MIHAJLOVIC 7
Arbitro: Pasqua di Tivoli 6
Guardalinee: Lo Cicero e Santoro – Quarto uomo Manganiello – VAR: Mariani – Avar: Di Iorio
Marcatori: 41’ Llorente (N) , 58’ Olsen (B), 80’ Sansone (B)
Note: terreno in discrete condizioni in una giornata tipicamente autunnale. Spettatori presenti circa 25mila. Ammoniti: Medel (B), Koulibaly (N), Poili (B), Denswil (B), Destro (B). Calci d’angolo 7 a 0 per il Napoli. Recuperi: 4’ nel secondo tempo.
NAPOLI. Eh no, caro Ancelotti questa volta non si possono argomentare scusanti per la prima sconfitta interna del campionato che vede precipitare il Napoli nella zona insignificante della graduatoria: una posizione che umilia una società che negli ultimi campionati si era meritata l’appellativo di unica compagine a contrastare il dominio bianconero, una ingiustificata mancata compattezza, elevata e concreta nel mercoledì di Coppa, assente ed irritante, più nel secondo tempo che nel primo, la domenica pomeriggio. E l’allenatore , questa volta sbuffa, e con la pacatezza che lo contraddistingue non evita i microfoni e sentenzia: “Domani colloquio a porte chiuse con tutto il gruppo, per ricercare il motivo di questo ondivago comportamento, fermo restando le mie responsabilità, ma non sottovalutando, anzi riportando alla luce quelle dei calciatori, che scendono in campo ed hanno l’obbligo di spiegarmi cosa c’è nella loro mente che possa giustificare questo atteggiamento che genera confusione in campo e contestazione tra i tifosi.” Se le multe sembrano essere svanite, grazie all’animo buono del presidente, se la qualificazione agli ottavi, in Europa, è raggiunta, quale la causa di questa involuzione che ha quale unico risultato quello di ricevere mortificazioni su mortificazioni nelle gare, non contro le squadre di prestigio, ma con le compagini che navigano nella bassa classifica? Presunzione, superficialità, avversione verso gli schemi proposti dal tecnico? Eppure il 4-3-3- tanto invocato dai più, con Insigne posizionato nel tridente d’attacco, e non più distante dall’area di rigore avversaria, sembrava la soluzione definitiva per il modulo da adottare per il resto del campionato, e l’avvicendamento di alcuni atleti, per l’enorme dispendio di energie all’Anfield, davano il segnale di avvio per una ripresa di risultati e di risalita in classifica, ed invece una triste e magra figura sottolineata da sonori fischi al triplice fischio di Pasqua, si accoppiava all’esultanza dei felsinei, che con alcune semplici mosse dalla panchina, sono riusciti a ribaltare il vantaggio del Napoli, determinato da un’azione travolgente ( 41’) del capitano azzurro che costringe alla respinta Skorupski, dopo che il pallone è passato sotto le gambe di Danilo, in virtù di una conclusione potente del napoletano, determinando il tap-in di Llorente. L’ingresso di Olsen, determinando l’arretramento di Dzemaili, ha scombussolato i piani di Ancelotti, che ha tentennato per sostituire un inconcludente Lozano, ha tardato la sostituzione di Elmas con Mertens, l’unico capace di dialogare in velocità con Insigne, lasciando vegetare in panca l’indispensabile Callejon ( pare che abbia confermato al presidente di voler andare via….), e si è visto surclassare da Sansone sulla fascia sinistra, subendo due reti nel breve volgere di venti minuti, quelli intercorsi tra il 58’, quando dalla sinistra dell’attacco bolognese, Sansone crossava teso a centro area dove respingeva di testa Koulibaly, ma sui piedi di Olsen che depositava al volo con la calma tipica dei danesi, e l’80’, momento in cui da uno scambio con Dzemaili, Sansone metteva la sfera alle spalle di Ospina, anche se l’azione partiva da un fallo evidente su Maksimovic. Ultimo quarto d’ora di gioco arrembante, ma con scarsi risultati, con la delusione in coda, per la rete annullata per un off-side millimetrico di Llorente, che, di certo, non avrebbe attenuato la rabbia dei tifosi, ma almeno mantenuto l’imbattibilità del S. Paolo.
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