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di Adriano MONGIELLO
Sorrisi a ventiquattro denti, quelli di Ancelotti, strali di pace, targati tweet, che posta il Presidente nel dopo partita dell’Anfield, espressioni felici ma nascoste da amarezza quelle dei calciatori che avvertono il peso delle missive giunte alle loro abitazioni, dense di denaro dimezzato dalla rabbia societaria: un pot-pourri di emozioni e di soddisfazioni che farebbero intravedere un arcobaleno tinto dai sette colori, ammirabile dopo una tempesta, segno evidente che occorreva la classica sterzata ad una stagione che stava per diventare fallimentare: merito al tecnico, diventato il traghettatore ideale per smussare gli spigoli, mentre emergevano spiragli di consapevolezza da parte del Presidente che si è espresso così “Con Ancelotti e con questa squadra due vittorie e un pareggio contro un Liverpool stracampione. Contro chi gufa addossando il non rendimento a rinnovi non effettuati, questa partita è la risposta definitiva. Bravo l’allenatore e bravi i nostri calciatori. Adesso tutti a testa bassa a lavorare duro e a considerare le prossime partite come se tutte fossero contro il Liverpool. Non dobbiamo oggi parlare di misure societarie con i giocatori. Queste vicende le risolveremo tra noi senza pressioni o condizionamenti esterni”. E gli atleti, artefici di una prova gagliarda, con alto tasso di concentrazione, ricca di personalità, combattendo con il coltello tra i denti, soffrendo nella parte finale per una stanchezza sia fisica che passiva per merito della continuità ed aggressività, tipica dei reds, li vogliamo penalizzare? Tutti, e ripetiamo tutti, coloro che indossavano la divisa azzurra, titolari e panchinari, hanno a cuore le sorti del club e vorrebbero rimanere in forza al Napoli, in primis Mertens ( è dispiaciuto ai tifosi non vederlo esultare dopo il gol, come ha abituato il popolo partenopeo dopo le sue, compresa l’ultima, 117 reti ), che insieme a Callejon (riserva solo per esigenze tattiche) ed Allan ( un leone, e decisamente il migliore in campo) formano quella spina dorsale fondamentale per gli azzurri, fermo restando i pilastri inamovibili della difesa, quali Koulibaly, Manolas e Meret. E’ stata questa la svolta buona che mette d’accordo tutti, sistemando un masso ed il dimenticatoio sul passato recente, dove ognuno ha fornìto il peggio di sé, contribuendo, chi in piccola parte chi in maniera più vistosa, a far piombare il buio su quella terra che è, da sempre, baciata dal sole e vive di calcio come da nessuna altra parte del mondo. In chiusura un aneddoto che circola tra i curiosi delle vicende “extra” di allenatore e calciatori: durante l’ultimo allenamento, Ancelotti ha chiesto ai suoi uomini se preferivano le donne o il calcio, e continuando ha esclamato: ” Se optate per la prima opzione, vuol dire che non avete mai giocato a Napoli….!”

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