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L’incomunicabilità in famiglia, il difficile rapporto tra genitori e figli, la necessità di ritrovare un senso di appartenenza alla stessa comunità parentale. Sono alcuni degli elementi, trattati con garbo, tra riflessione ma anche divertimento portati in scena dall’associazione culturale Satyricon che a Pompei (Napoli) ha presentato ‘Buongiorno piccerè’, commedia in due atti di Pasquale Scognamiglio e Paolo Marsico.
Al centro del racconto la famiglia Nastasi che vive un presente contemporaneo. Assenza di dialogo, nevrosi e ipocrisie caratterizzano e inquinano sempre più il quotidiano dei cinque componenti. I due genitori, Claudio e Anna, pur condividendo lo stesso appartamento, oramai sono impegnati in rispettive storie extraconiugali parallele che hanno creato una voragine nel loro rapporto di coppia. Beatrice, la prima figlia, è la studentessa universitaria che arriva ad usare il proprio corpo per ‘comprare’ gli esami, esasperando atteggiamenti provocatori in tutte le situazioni della sua esistenza.La secondogenita Nadia è votata alla filosofia ‘dark’ promuovendone lo stile di vita nelle più discutibili sfaccettature. L’ultima sorella, Romina, non parla con nessuno. Riesce a dialogare solo con due pagliacci, suoi amici immaginari. In un contesto familiare così controverso e complesso irrompe Francesco, fratello di Claudio. Il suo ingresso in scena sottopone a tutti diversi interrogativi. Nessuno, infatti, riesce ad individuare i motivi di questa ‘apparizione’ dopo anni di assenza totale di contatti. Paradossalmente è proprio Francesco a stanare, con il suo incedere investigativo, le coscienze di tutta la famiglia Nastasi e a far emergere le verità nascoste dalla simulazione della loro convivenza. L’associazione culturale Satyricon è stata costituita con specifiche previsioni statutarie: promozione sociale, iniziative per l’ambiente e teatro. Per il conseguimento di questi scopi promuove diverse attività che vedono coinvolto il territorio vesuviano. La compagnia è composta da giovani amanti del teatro ‘ammaliati’ dalla magia che sprigiona il palcoscenico. “Si tratta – è scritto in un comunicato – di ragazzi che hanno deciso di elevare il tasso culturale della loro esistenza dedicandosi all’attività teatrale. Vogliono divertire, divertirsi, ma anche trasmettere messaggi positivi attraverso i testi scelti da portare in scena. Il loro è un impegno sociale assoluto sostenuto da attori dilettanti con significative esperienze pregresse ed anche da interpreti che iniziano a familiarizzare con la recitazione”.
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