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Napoli – Dal cuore della città di Napoli nasce la campagna di crowdfunding “Un Futuro per Bagnoli – Docufilm”, attraverso gli sforzi della startup Nisida Environment e di tre giovani abitanti del capoluogo campano.
Il progetto ha lo scopo di finanziare la realizzazione di un’opera audiovisiva e fotografica che racconti la storia e il presente di Bagnoli, un quartiere della periferia ovest di Napoli sul quale aleggia l’ombra dell’ex-sito industriale dell’Italsider che in quel territorio ha lasciato una profonda ferita ambientale e sociale.
Tre numeri per identificare la situazione a colpo d’occhio: 3 km di costa non balneabili, 200 ettari di terreno sequestrati alla cittadinanza e almeno 800 milioni di euro sprecati per la dismissione degli impianti e per una bonifica mai completata
Un territorio che negli anni ha mostrato come reagire al disastro ambientale che lo affligge, con un’inedita partecipazione da parte degli abitanti del quartiere, che si oppongono alla gestione immobilistica dell’area e combattono ogni giorno le tante promesse infrante.
Il docufilm è prodotto da Raffaele Vaccaro, fondatore della Nisida Environment, dal giovane regista Stefano Romano e dal fonico e attivista Salvatore Cosentino, e vuole evidenziare il legame tra disastro ambientale e crisi economico-sociale ancora in corso, attraverso lo sguardo di due giovani abitanti del quartiere che la troupe seguirà nel loro ultimo anno da adolescenti. Un anno che li separa dalla scelta più dura della loro vita: restare nel quartiere che li ha visti crescere o andar via in cerca di un futuro migliore.
Bagnoli non è unica nel suo genere. Raccontare questa storia significa parlare anche delle numerose aree, Italiane ed Europee, che negli anni sono state soggette ad un processo di deindustrializzazione. Forti sono le analogie con il sito Falconara Marittima (AN), con quello del polo petrolchimico di Gela (CL) o della ex-Caffaro di Brescia, nonché con le industrie siderurgiche del Belgio meridionale, della Lorraine francese e delle Midlands inglesi. In particolare il docufilm si propone di creare un parallelismo narrativo con l’ILVA di Taranto, al fine di impedire che lo stesso destino del quartiere di Bagnoli affligga la città pugliese e i quartieri di Tamburi e Paolo VI.
Attraverso la campagna di crowdfunding su Produzioni dal Basso – prima piattaforma italiana di crowdfunding e social innovation – ed il supporto di Banca Etica, il team sta raccogliendo i fondi necessari per lo sviluppo del progetto e per iniziare a breve le riprese del docufilm.
Grazie al contributo di tutti si mira a riportare l’attenzione internazionale sul sito e contribuire a costruire “Un Futuro per Bagnoli”.
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