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NAPOLI – Il culto di San Gennaro può aspirare a essere riconosciuto come patrimonio immateriale dell’Unesco. C’è già un Comitato promotore del Culto e devozione di San Gennaro a Napoli e nel mondo. C’è già il riconoscimento, da parte della Regione Campania, della legittimità culturale e scientifica dell’iniziativa, iscritta nell’inventario Ipic, per l’anno 2018, del Patrimonio culturale immateriale campano. C’è la benedizione del cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli.
Perché San Gennaro non è solo un «santo religioso, ma un santo civico», nelle parole del vicario per la cultura della Curia di Napoli, monsignore Adolfo Russo. «Se un fedele ha da chiedere una grazia personale ha mille santi a disposizione: la Madonna del Carmine, Sant’Antonio – spiega – se invece la richiesta è comune, diffusa, allora ci si rivolge a San Gennaro».
Santo al quale, come nel caso della pandemia da coronavirus di quest’anno, ci si rivolge per chieder aiuto, affidandosi al patrono nelle proprie preghiere. Un atto voluto dal cardinale Sepe, atteso dai fedeli napoletani. Il coronavirus e le misure del lockdown hanno interrotto una tradizione che nemmeno le Guerre erano riuscite a fermare: la processione del sabato che precede la prima domenica di maggio che percorre le strade del centro storico dal Duomo fino alla Basilica di Santa Chiara, una delle tre date in cui si ripete il prodigio della liquefazione del sangue. In un’altra occasione, secondo la tradizione, il popolo di Napoli chiese il suo intervento per fermare l’eruzione del Vesuvio.
Storicamente, tra il 1526 e il 1527, Napoli fui colpita dalla pestilenza, da una eruzione del Vesuvio e imperversava la guerra tra Spagna e Francia. I napoletani, con tanto di notaio, proposero un contatto a San Gennaro: se avesse posto fine a tutto, loro gli avrebbero eretti una nuova e più ampia cappella nel Duomo. Ovviamente nessuno arrivò a firmare il contratto, ma la leggenda tramanda l’intercessione del santo per mettere un punto ai problemi della città. Nacque così la Cappella del Tesoro di San Gennaro, mentre di lì a poco sarebbe nata anche la Deputazione, ancora oggi esistente, presieduta dal sindaco di Napoli. Alla Deputazione spetta, tra i compiti, anche lo sventolio del fazzoletto bianco per certificare l’avvenuta liquefazione del sangue del santo, il 19 settembre, uno dei tre appuntamenti con il prodigio, il più sentito dai napoletani e dai 25milioni (stima del Vaticano) di fedeli nel mondo.
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