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Napoli, il Bastone di San Giuseppe, definito dagli esperti «quintessenza apotropaica della fede cristiana», risplende nel Nuovo Museo San Giuseppe dei Nudi.
Napoli riscopre il suo patrimonio storico e artistico con l’inaugurazione del Nuovo Museo San Giuseppe dei Nudi, un luogo che si candida a diventare un simbolo della cultura partenopea. Situato nel cuore della città, in via Mancinelli, il museo rappresenta un’opera di valorizzazione e riscoperta che intreccia arte, storia e fede. Ad annunciarlo con entusiasmo è il sovrintendente Ugo de Flaviis, che ha sottolineato il significato di questa iniziativa: «Napoli è piena di luoghi culturali in grado di portare indotto e ricchezza alla città, che non è solo cibo».
Un viaggio attraverso tre secoli di storia
Il museo, ospitato all’interno di una porzione del settecentesco Palazzo del Complesso monumentale, è stato riprogettato dall’architetto Davide Vargas e offre un percorso espositivo articolato in sei sale, che custodiscono un’eccezionale collezione di dipinti, sculture e reliquiari.
Tra i tesori esposti spiccano i ritratti di papi, nobili e vescovi, realizzati tra il XVIII e il XX secolo, e opere di artisti del calibro di Francesco De Mura e Giuseppe Bonito. Fiore all’occhiello della collezione è una preziosa Madonna dell’Umiltà a tempera e oro su tavola, attribuita a un seguace di Simone Martini, oltre a un recentemente restaurato Martirio di San Gennaro.
Il Bastone di San Giuseppe: una reliquia tra fede e leggenda
La più grande attrazione del museo è senza dubbio il Bastone di San Giuseppe, definito dagli esperti «quintessenza apotropaica della fede cristiana». La reliquia fu portata a Napoli nel 1712 dal celebre cantante evirato Nicola Grimaldi e donata alla Reale Arciconfraternita di San Giuseppe dei Nudi nel 1795. Per oltre due secoli è rimasta nascosta alla devozione popolare, fino alla decisione di riportarla alla luce nel 2019.
Una storia di carità e identità
Le radici del museo affondano nella tradizione della Congregazione di San Giuseppe dell’Opera di Vestire i Nudi e Vergognosi, fondata a Napoli il 6 gennaio 1740 da Francesco Cerio con l’appoggio di esponenti della nobiltà come Domenico Orsini e Nicola Antonio Pirro Carafa.
Nel 1745, papa Benedetto XIV concesse il beneplacito alla Congregazione, permettendole di operare con il supporto della Chiesa. Partita con la donazione di appena sette vesti ai poveri, l’istituzione crebbe fino a vestire 600 bisognosi nel 1907, mantenendo viva nei secoli la sua missione caritativa.
Il Nuovo Museo San Giuseppe dei Nudi
Secondo la curatrice Almerinda Di Benedetto, l’inaugurazione segna solo l’inizio di un percorso di studio e valorizzazione: «Fatti, persone, opere e documenti hanno atteso tre secoli per essere ricomposti in un quadro d’insieme. Con il museo, iniziamo a riscoprire l’identità di un pezzo del nostro territorio e della sua storia sociale».
Il Nuovo Museo San Giuseppe dei Nudi non è solo un luogo di conservazione, ma un punto di partenza per una Napoli che riscopre la sua memoria e la offre al mondo.
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