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NAPOLI – Sono nove gli impresentabili alle regionali in Campania. Di questi, otto per il codice di autoregolamentazione e uno per la legge Severino. Con riferimento alla legge Severino è stato segnalato il candidato Carlo Iannace (lista «De Luca Presidente”), il quale venne dichiarato sospeso a decorrere dal 31 marzo 2016 dalla carica di consigliere regionale per una condanna a sei anni di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni per una vicenda che lo vedeva imputato per peculato, tentata truffa e falso.
Otto candidati risultano non conformi al codice di autoregolamentazione in quanto rinviati a giudizio e con processi in corso: si tratta di Sabino Basso (“Campania libera- De Luca Presidente”), imputato per riciclaggio, Orsola De Stefano (“Lega Salvini Campania”), imputata di concussione, Maria Grazia Di Scala (“Forza Italia Berlusconi con Caldoro”), imputata per concussione, Aureliano Iovine (“Liberaldemocratici Campania popolare moderati con De Luca”), imputato per diversi reati tra cui associazione per delinquere di stampo mafioso, Michele Langella (“Campania in Europa”), imputato per riciclaggio, Monica Paolino (“Forza Italia Berlusconi con Caldoro”), imputata per scambio elettorale politico- mafioso, Francesco Plaitano (“Partito Repubblicano Italiano”), già segnalato nel 2015 dalla Commissione antimafia per violazione del codice di autoregolamentazione per la stessa condanna per estorsione, Francesco Silvestro (“Forza Italia Berlusconi con Caldoro”), imputato per concussione.
Intanto è polemica: “La vicenda giudiziaria che riguarda il nostro candidato Michele Langella, consigliere comunale di Torre del Greco, incluso nell’elenco dei cosiddetti “impresentabili», è un insulto alle istituzioni e alla ragionevolezza”: così in una nota la lista Più Campania in Europa. “Langella all’epoca 27enne – ricevette sulla propria PostePay un versamento di 3mila euro, provenienti da una vincita online, da parte di suo amico, che aveva chiesto a Langella di poter accreditare la vincita sul suo conto, per mancanza di un proprio strumento finanziario”.
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