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Napoli – Rifiuti, sanità, trasporti. Stefano Caldoro lancia la sfida (la terza in dieci anni) a Vincenzo De Luca per lo scranno di governatore della Campania passando in rassegna i capitoli di una “Campania più povera, che sta messa peggio di cinque anni fa” e con un unico responsabile: l’attua – le inquilino di Santa Lucia. Dalla sanità che non funziona rappresentata “dalla scena delle barelle negli ospedali che si sono moltiplicate e con i direttori generali messi lì dalla Regione per procacciare voti”, alla promessa mancata di rimuovere le ecoballe. Passando “per il flop del trasporto pubblico locale”.

Il candidato del centrodestra rivendica il merito di aver salvato la Campania dal default quando era lui alla guida: “Dopo di noi – osserva – sono seguiti 5 anni di nulla”. Caldoro imputa a De Luca “di inseguire il governo sugli errori. Lo fa senza differenze – dice – ad eccezione del piano scuola dove però non si accetta solo la data delle elezioni, ma non si contesta nel merito”.

E pungola De Luca ricordando la battuta sulle fritture di pesce: “Una allegoria – dice – dalla quale ci siamo dovuti difendere e che ha penalizzato la nostra immagine”. Anche sulla gestione Covid nessuno sconto al governatore: “Su Ariano Irpino e Mondragone ci sono stati molti errori da parte del governo regionale”. Caldoro annuncia una battaglia con i sindaci, fatta sul territorio e con l’appoggio di una lista del presidente e di varie liste tematiche “per un Sud moderno ed efficiente”. E senza le trappole di cinque anni fa: “Avevamo vinto – ricorda – ci fu un tradimento nell’ultima notte con 60 mila voti che passarono da una parte all’altra con De Luca e De Mita che hanno sottoscritto un patto sulle nomine e forse altro. Questa è la verità e questi sono i numeri”.

Accanto a Caldoro ci sono i tre coordinatori regionali di Lega, Fi e Fdi. Dopo le schermaglie delle scorse settimane sul nome di Caldoro, Nicola Molteni (Lega) riporta “la stima e vicinanza politica di Salvini”. Antonio Iannone assicura l’impegno di Fdi che pure aveva avanzato il nome di Cirielli per Palazzo Santa Lucia. Mentre Domenico De Siano (Fi) davanti alle assenze in sala di alcuni big del partito, da Mara Carfagna ad Armando Cesaro, rassicura: “Da noi si litiga e si discute, ma al momento opportuno si fa sintesi e saremo uniti per vincere”.

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