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Sergio Costa Giffoni

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ROMA – Il Movimento 5 Stelle “ha deciso di non decidere”. Il senatore grillino Mattia Crucioli riassume così il senso della vivace riunione di ieri pomeriggio alla Camera con il capo politico Vito Crimi, il responsabile delle campagne elettorali Danilo Toninelli e i parlamentari e consiglieri regionali liguri. L’incontro doveva servire a indicare la rotta, tracciare una linea definita in vista del voto di maggio: cioè a stabilire se avviare o meno un dialogo con il centrosinistra a sostegno di una candidatura civica (il giornalista Ferruccio Sansa, per esempio). Ma ogni decisione è stata rinviata. E domenica, a Genova, gli attivisti grillini si vedranno per dire la loro.
I vertici nazionali prendono tempo, mentre sale il pressing del Pd che con Andrea Orlando invoca un “patto civico”: scegliere insieme “un candidato espressione della Liguria migliore”, per non fare “un regalo a Toti”, l’appello del vice di Nicola Zingaretti. L’idea del progetto civico è stata messa sul tavolo anche nel corso della riunione del M5S. Una proposta scritta, presentata a Crimi “da 6 parlamentari liguri su 8 e da 2 consiglieri regionali su 4”, racconta su Facebook Crucioli, che ha abbandonato il vertice prima della fine. Una proposta con cui si chiedeva di “dare immediatamente voce agli iscritti” in merito a “un ‘progetto civico per la Ligurià finalizzato a sottoporre ad altre forze politiche l’adesione ad un programma elaborato dal M5S Liguria, sulla base del quale sostenere alle elezioni regionali un candidato presidente civico che si rendesse garante di tale progetto”.
Ma il reggente 5 Stelle “ha deciso di rinviare ulteriormente qualsiasi votazione su Rousseau che avrebbe invece rappresentato l’unico strumento per un sereno dibattito”, lamenta Crucioli. E ora gli eletti si appellano al garante Beppe Grillo. “Auspico che si faccia sentire – dice lo stesso Crucioli all’Adnkronos -. Beppe ha dimostrato di saper guardare avanti e in questo caso, soprattutto nella sua Regione, un suo consiglio potrebbe essere importante”.
Anche in Campania il nodo alleanze non è ancora stato sciolto. La riunione prevista ieri a Montecitorio con eletti locali e nazionali alla fine è stata annullata. La maggioranza dei militanti, nell’ultima assemblea che si è svolta a Napoli il 2 febbraio scorso, ha detto no all’ipotesi di un dialogo con le forze di centrosinistra su una candidatura civica (il nome del ministro dell’Ambiente Sergio Costa rimane in pole).
Eppure c’è chi, come il presidente della Camera Roberto Fico, resta ancora convinto della necessità di aprire un tavolo con i progressisti, archiviando però l’esperienza di governo targata Vincenzo De Luca. La pensa così anche Luigi Gallo: “Dopo 10 anni di attività il M5S paga il prezzo del suo isolamento non governando alcuna regione e governando appena lo 0,58% dei comuni di Italia. Parliamo di 46 comuni su 7.904. Possiamo fare di più a livello regionale e comunale per essere motore del cambiamento e spina nel fianco del sistema”, avverte il presidente della Commissione Cultura della Camera.

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