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Roberto Calderoli

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Autonomia differenziata, il ministro Roberto Calderoli: «Dai dati della Ragioneria dello Stato la Campania ne esce con le ossa rotte»


NAPOLI – «A chi accusa il Nord di proporre ‘dati campati in aria’ e quindi citare numeri falsi, faccio notare che questi dati sono rilevazioni del Siope, ovvero il Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici della Ragioneria Generale dello Stato che rileva telematicamente incassi e pagamenti delle amministrazioni pubbliche. In buona sostanza: chi contesta questi numeri, contesta la Ragioneria Generale dello Stato».

Non usa mezzi termini il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, padre della riforma dell’Autonomia differenziata appena approvata e al centro delle polemiche politiche oltre che della raccolta di firme per l’indizione di un referendum abrogativo. Tra i principali avversari della riforma c’è il governatore della regione Campania, Vincenzo De Luca, il quale non ha mai perso occasione per puntare il dito contro il ministro Calderoli e la sua riforma. E il ministro intende proprio rispondere al presidente De Luca tirando in ballo i conti della Campania.

AUTONOMIA DIFFERENZIATA, L’ATTACCO DI CALDEROLI AI CONTI DELLA CAMPANIA

«I numeri di cui abbiamo parlato – ha evidenziato Calderoli – e da cui la Campania esce con le ossa rotte, sono quindi dati ufficiali che evidentemente qualcuno non ha mai letto. Con o senza grappini. La matematica non è un’opinione e i numeri son numeri: leggerli può far male anche al Nord ma, in questo caso, fa male soprattutto ai cittadini del Sud, che finalmente potranno comprendere come siano andate le cose fino ad oggi».

Negli scorsi giorni la polemica tra la regione Campania e il ministro Calderoli erano partiti da un confronto dei conti pubblici tra Veneto e Campania fatto dal ministro. A tal riguardo la Regione aveva diffuso una nota che definiva il confronto “fuori dalla realtà”. «Sono cifre del tutto spropositate. Per quanto riguarda i costi energetici – aveva sostenuto la nota – la Regione si muove nell’ambito di un contratto Consip su cui pesa una penale del 10 per cento, dovuta a pendenze risalenti a tempi passati, e fatturati a carico della Regione. Andrebbe poi fatta un’analisi seria dei servizi gestiti dal pubblico o dal settore privato. I depuratori in Campania sono tutti a carico del pubblico diversamente che in altre regioni».

Nello specifico la nota della Regione aveva concluso: «Il raffronto tra la Campania e il Veneto non ha alcun fondamento reale. Sarebbe bene evitare operazioni di pura demagogia con numeri campati in aria che nascondono le sperequazioni reali relative al divario di spesa pubblica allargata tra Nord e Sud e nasconde soprattutto un dato scandaloso relativo al riparto del Fondo sanitario nazionale nell’ambito del quale la Regione Campania ancora oggi è la più penalizzata d’Italia, derubata nell’ultimo decennio di almeno 2,5 miliardi».

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