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Valeria Ciarambino, dopo la sua elezione alla vicepresidenza del Consiglio regionale, ha proposto alla maggioranza una “leale collaborazione”, che significa? 
E’ una legislatura che comincia in un momento drammatico, nel quale non possono esistere bandiere né beghe di alcun tipo, ma soltanto unità di intenti. I nostri cittadini sono stremati da quanto sta accadendo, il numero dei contagiati raggiunge ogni giorno nuovi record, così come sale il numero dei padri di famiglia preoccupati di non poter garantire un piatto a tavola alle loro famiglie. Di fronte a tutto questo, l’unico atteggiamento che la politica regionale deve avere è quello di chi si rimbocca le maniche per trovare soluzioni. Tra i banchi del Consiglio non devono esistere rossi, gialli e verdi, ma donne e uomini che mettono assieme forze e idee per superare questa grave emergenza. Dobbiamo trasformare l’assise regionale in un luogo costruzione, sempre più vicina ai cittadini e sempre più lontana dalla propaganda. In un momento così grave la Campania ha bisogno di una sorta di “governo di unità regionale”, intendendo con questo la possibilità che tutti i rappresentanti della politica regionale possano collaborare a risolvere i problemi gravissimi dell’emergenza.


Sarà una opposizione più morbida?
Non nutro alcun apprezzamento per il modo in cui Salvini e Meloni stanno conducendo la loro opposizione a livello nazionale, soffiando sul fuoco della rabbia sociale con irresponsabilità. Certamente non sarà quello il tipo di opposizione che condurrà il M5S in Campania. La nostra sarà sempre un’opposizione intransigente, ma auspico che non ci sia più alcuna chiusura pregiudiziale da parte della maggioranza, come accaduto nei cinque anni precedenti. Continueremo a batterci su temi, sui contenuti, avanzando proposte e stimolando il confronto. Per questo, appena eletta vicepresidente, la mia prima richiesta è stata quella di un tavolo di confronto permanente con le opposizioni sulle tematiche legate all’emergenza. Tutti dovranno essere coinvolti nelle scelte del governo regionale.


Resta l’anomalia del rapporto con il Pd, alleato al governo ma non in Regione Campania
La nostra esperienza di Governo nazionale e questa emergenza ci hanno insegnato che i rapporti tra forze politiche possono esistere e produrre ottimi risultati solo se gli intenti sono legati a un progetto comune e a un comune obiettivo da perseguire. Non serve formalizzare un’alleanza, se poi si perseguono interessi diversi. Io sono pronta ad ascoltare tutti. E oggi, da vicepresidente del Consiglio regionale, mi batterò sempre perché sia ascoltata la voce dei cittadini e delle categorie sociali e produttive che voglio incontrare costantemente, vivendo questo mio ruolo sui territori e non nel palazzo. Oggi la vera alleanza va stipulata tra istituzioni regionali e cittadini, tra istituzioni regionali e rappresentanti degli imprenditori, dei commercianti, dei professionisti della Campania.


Che cosa sbaglia De Luca nella gestione dell’emergenza?
Un uomo solo al comando non può vincere la guerra contro questo male oscuro. De Luca ha sbagliato a non recepire le proposte che noi, le altre opposizioni e ogni singola categoria ha inoltrato in tutti questi mesi. Per battere il nemico comune bisogna allearsi, per questo propongo da tempo un tavolo permanente con i rappresentanti di tutti i settori produttivi della Campania, così da renderli partecipi del processo di adozione di ogni necessaria misura tesa ad arginare il contagio, anche quelle più drastiche. Spero che De Luca lo comprenda e apra le porte al confronto con tutti.


Sanità e trasporti, queste le criticità…
Sul fronte sanitario, siamo al di sotto delle esigenze minime, scontando criticità gravissime determinatesi negli ultimi anni e da me sempre denunciate. Dei tre ospedali modulari, uno solo è attivo e solo parzialmente. Non sono pochi i Pronto soccorso che chiudono per casi di contagio. Chiusure riguardano spesso altri reparti e il rischio è che possa capitare a ospedali come il Cardarelli, mandando in tilt l’intera rete di emergenza e urgenza della Regione. Ciò che mi preoccupa è la proposta di convertire gran parte degli ospedali sede di pronto soccorso in ospedali Covid, compromettendo così l’assistenza a chi soffre di altre patologie. Io ho formulato una proposta alternativa. Da tempo proponiamo il coinvolgimento dei Policlinici universitari nella rete dell’assistenza Covid. Parliamo di oltre mille posti letto e di strutture con le migliori specialità. Basterebbe coinvolgerli pienamente, e non solo coi pochi posti letto ad oggi resi disponibili, per potenziare fin da subito l’offerta assistenziale, in una fase in cui i nostri ospedali sono saturi e la gente viene trasferita in altre regioni. Dopo aver invano cercato di parlarne con De Luca, ho incontrato il ministro Manfredi che ha preso in seria considerazione la nostra proposta. Ora però bisogna passare ai fatti, non si può più aspettare. Sul fronte dei trasporti, le immagini di tutti i giorni rimandano scene di pendolari costretti a viaggiare senza distanziamento sociale e zero controlli sull’obbligo di mascherine. Ho proposto il coinvolgimento dei bus turistici, che vivono una drammatica contrazione delle loro attività, e degli ncc nell’implementazione del trasporto pubblico.


La scuola deve riaprire?
Oggi paghiamo, soprattutto in Campania, le conseguenze di mancati investimenti nell’edilizia scolastica. Se fossero stati spesi, e bene, i fondi per ristrutturare i nostri istituti, oggi avremmo più aule e più confortevoli e spazi adeguati per le misure di distanziamento. In questa fase, parlare di riapertura è prematuro, ma ci si sta organizzando per tornare al più presto alle lezioni in presenza se ci saranno le condizioni. Anche su questo tema importantissimo ho voluto offrire il mio contributo trasmettendo alcune proposte. Per esempio quella di salvaguardare la didattica in presenza nei piccoli comuni e nei territori dove non si sono registrati focolai nelle scuole e la situazione epidemiologica è sotto controllo.


Un piano socioeconomico, il Governo l’ha annunciato, ma bisogna fare presto…
Il Governo si sta muovendo nei tempi giusti. Se ci sono stati dei ritardi è perché questa pandemia ha colto tutti all’improvviso e in contropiede, ma è indubbio che il nostro Paese sia stato quello che ha adottato le misure più efficaci e tempestive di qualunque altro. Ora però l’Europa deve mostrarsi unita ed evitare che possano generarsi ritardi sul recovery fund. Abbiamo l’occasione per costruire un’Italia migliore, investendo nello sviluppo sociale e economico delle generazioni future. Dobbiamo fidarci di Giuseppe Conte. Insieme ai nostri ministri sta portando avanti un lavoro straordinario e per questo vanno sostenuti.


Chi c’è dietro gli scontri di Napoli?
Le rivelazioni emerse dalle indagini della Digos e gli arresti eseguiti fino a oggi hanno confermato che in casi del genere c’è sempre chi soffia volutamente sul fuoco dell’esasperazione. Ma c’è anche una grande responsabilità della politica. Non mi stancherò mai di ripeterlo: in momenti come questo, la politica ha il dovere di adottare un linguaggio e un comportamento sobrio e rassicurante e di parlare con una voce sola. Soprattutto, le decisioni vanno condivise, in particolare con chi ne pagherà gli effetti in prima persona. Non deve più accadere che vengano paventati provvedimenti drastici, senza prima averli condivisi, ascoltando anche proposte alternative e prendendole in esame. Ecco cosa intendo quando parlo di collaborazione. Antpica

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