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NAPOLI – “Governatori del centrodestra come Musumeci, Santelli, Bardi, in Sicilia, Calabria e Basilicata hanno avuto dati migliori, ma certo non hanno il cinismo di De Luca che, con una narrazione alla Fidel Castro, ha voluto sempre paragonarsi con Fontana, per dire di aver fatto meglio. Poi si scopre che è invece il presidente che al sud ha fatto peggio”. Lo afferma intervistato da Il Giornale Stefano Caldoro, già governatore della Campania che a settembre sfiderà il presidente De Luca come candidato azzurro di tutto il centro destra.
“Si scopre ora che la situazione della sanità in Campania è drammatica e che l’emergenza Covid l’ha peggiorata”, afferma il candidato. De Luca ha fatto “solo propaganda” e le inchieste giudiziarie “sono la fotografia di una gestione ben diversa da come si presentava, di malapolitica e malasanità. Attendiamo gli accertamenti dei pm, ma il personaggio coinvolto è stretto collaboratore del governatore e tutte le decisioni sono di De Luca, per il grande intervento di cui si vanta”.
“Sarebbe gravissimo – prosegue – se ci fossero state procedure illegali per 3 ospedali, altroché le inchieste su Fontana. Erano prefabbricati da attivare in 18 giorni, secondo l’impegno pubblico preso da De Luca in un trionfo di clacson e sirene: 2 a Caserta e Salerno non sono mai stati aperti e il terzo, a Napoli, è stato aperto per 10 giorni e poi chiuso, perché mancavano collaudi e protocolli di cura. Oltre allo spreco di 20 milioni di euro, si parla di vittime. Come il musicista malato di tumore morto nel centro Covid prefabbricato, che non dialogava con la struttura ospedaliera e tanti altri, che hanno subito le conseguenze di gravissimi errori, malgrado la situazione non fosse quella di emergenza del nord”.
“Oggi – rileva – la regione sarebbe uscita, dopo tanti anni, dal commissariamento ma la malapolitica di De Luca, che in 5 anni ha peggiorato la situazione, ci riporta a chiedere una gestione emergenziale. Per me – conclude – bisogna tornare alla meritocrazia nella selezione dei manager ospedalieri, invece di preferire amici politici e bisogna utilizzare fondi Ue per garantire al milione e mezzo di indigenti esenti dal ticket almeno i protocolli di cura obbligatori”.
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