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NAPOLI – I cittadini vogliono capire. Vogliono sapere se dietro una mera sigla, Pnrr, la loro vita possa cambiare, in meglio. Al Sud, poi, ancora di più. Lì dove il lavoro manca, le infrastrutture non ci sono, i servizi spesso non raggiungono la qualità standard, il Piano nazionale di ripresa e rilancio si racchiude in poche parole chiave: speranza di migliorare, posti di lavoro da creare. Ieri al Polo di San Giovanni a Teduccio dell’Università degli Studi Federico II, cittadini, soprattutto studenti, al Governo hanno posto domande. Una su tutte: come si fa a non andare via da questa terra per avere un futuro? Ed è per questo che la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha organizzato «Italia Domani – Dialoghi sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza». Un ciclo di incontri per far capire ai cittadini cosa c’è dietro la sigla Pnrr. Ed ieri la terza tappa è stata proprio Napoli. I ministri del Sud, Mara Carfagna, e degli Esteri, Luigi di Maio, presenti all’incontro con il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e Chiara Goretti, coordinatrice della «Segreteria tecnica del PNRR», lo hanno ripetuto più volte.
«Il Pnrr avrà un impatto positivo più sul sud che sul nord ma anche stime che ci dicono che avrà impatto positivo sull’occupazione giovanile di 4,9 punti percentuali e di 5.5 di occupazione femminile, il che significa centinaia di migliaia di uomini e donne del sud che avranno un lavoro», ha sottolinea la Carfagna. «Tra gli obiettivi con cui ci siamo impegnati ci sono l’innalzamento dell’occupazione giovanile e femminile al Sud», ribadisce Di Maio che però avverte: «Servirà un salto culturale. Dobbiamo superare le gelosie dei singoli enti. Facciamo squadra, restiamo uniti ed evitiamo di creare conflitti tra i vari livelli istituzionali».
Ma il Pnrr può essere anche altro, aiuto per la transizione ecologica ad esempio. ” Non è la jihad contro le aziende – dice in maniera netta Di Maio. All’interno del Pnrr ci sono fondi per le imprese per convertirsi. Abbiamo il 99% di imprese sotto i 15 dipendenti, molte non hanno esperienza e fondi per potersi convertire. Il Pnrr ragiona per obiettivi e mira a convertire ma transizione significa dare il tempo per farlo, non vogliamo far fallire le aziende».
Il Pnrr, dunque, aiuta. Complessivamente alla Campania spettano due miliardi di euro di cui ha titolarità il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile. Il rilancio della Salute in Campania passa attraverso la Missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Secondo la proposta di riparto regionale dei fondi relativi al PNRR e al Piano complementare del Ministero della Salute, alla Campania spettano circa 888 milioni di euro, pari all’11% del totale, seconda solo alla Lombardia. Il PNRR destina poi 4 miliardi all’assistenza domiciliare e alla telemedicina.
Trenta milioni di euro andranno poi a Napoli per i due progetti che il Comune aveva presentato nell’ambito del Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare (Pinqua) allo scopo di valorizzare il patrimonio residenziale pubblico e migliorane la qualità abitativa. E’ attraverso tutto ciò, dunque, che il Sud potrà colmare il suo divario con il Nord.
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